Brebemi pedaggio caro e traffico insufficiente
Nuova, sicura e molto veloce, la Brebemi costa però il doppio della parallela A4 e gli automobilisti preferiscono spendere la metà e percorrere la vecchia, lenta e trafficata A4. Un bel guaio per un’opera che, stando al “piano” degli investitori (e tra questi ci sono anche privati) si sarebbe dovuta ripagare con i pedaggi
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Politica e trasporti
E chi ci rimette?
Torniamo a parlare di autostrade e, in particolare, della recente e tanto attesa Brebemi, di quei 62 km (che diventano 92 con la Teem) di asfalto costati ben più di quanto preventivato e che, a quanto pare, non stanno riscuotendo il successo previsto.
Costruita con l’intenzione di diluire il traffico della A4, la Brebemi, collegandosi all’altrettanto nuova (e costosa) “Tangenziale est esterna Milano”, si proponeva come alternativa veloce alla “solita” A4. Effettivamente, rispetto alla “parallela” non c’è confronto: la Brebemi è molto più scorrevole e veloce, senza ombra di dubbio “il collegamento autostradale direttissimo tra Brescia e Milano, la via più veloce e sicura tra le due città”, come scritto sul sito Brebemi spa. Più veloce ma anche, è chiaro, più caro.
Più caro fin dal principio, con i costi preventivati che, come sempre accade, sono lievitati progressivamente: gli 800 milioni di euro iniziali sono diventati un miliardo e mezzo, saliti poi a quota 2,4 miliardi, ai quali s’aggiungono poi, non vanno dimenticati, gli ulteriori 2,2 miliardi spesi per la Teem. In soccorso del privato (unico, stando ai patti, che avrebbe dovuto metter mano al portafogli) è arrivata la finanziaria di Renzi del 2014 che, con i suoi 260 milioni (da distribuire su quindici tranche annuali da 20 milioni dal 2017 al 2031), ha dato una mano a racimolare i 5 miliardi necessari. Il piano era il seguente: il privato paga, costruisce e guadagna. Guadagna attraverso la riscossione dei pedaggi. Pedaggi però- ecco il problema - troppo cari, che non invogliano l’automobilista a preferire la Berbemi.
D’atra parte la concorrenza parla chiaro: sui pannelli affissi da Società autostrade si legge: "Da Brescia Ovest a Milano Est. Via A4: 77 km, auto 6,30 euro, Tir 15,30. Via Brebemi: 92 km, auto 12,40 euro, Tir 33,60”. Esattamente il doppio. Ma chiediamoci una cosa: c’era da stupirsene? Solo per fare un esempio: la tratta Brescia-Milano a bordo di un treno regionale (il “carro merci” dei pendolari) costa 7.30 euro, mentre la stessa tratta con l’Eurocity (il treno di categoria subito superiore), non raddoppia, ma addirittura triplica, toccando i 20 euro, per quadruplicarsi invece nel caso della Freccia. Il treno più veloce, più bello, più comodo e sicuro, semplicemente, costa di più. Il treno più lento, sgangherato (non che l’A4 lo sia) e scomodo è, di contro, quello più utilizzato.
Con l’autostrada è lo stesso: la più veloce, ma anche la più cara, è la meno battuta: nonostante lo sconto sul pedaggio del 15% promesso sul sito, i dati forniti dall'Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, l’Aiscat parlano, per la Brebemi, di 13.205 transiti quotidiani, decisamente meno dei 60mila a cui si puntava… Un guaio insomma, specialmente in questo caso, nel caso cioè di un’opera che si sarebbe dovuta finanziare con il proprio traffico.
Costruita con l’intenzione di diluire il traffico della A4, la Brebemi, collegandosi all’altrettanto nuova (e costosa) “Tangenziale est esterna Milano”, si proponeva come alternativa veloce alla “solita” A4. Effettivamente, rispetto alla “parallela” non c’è confronto: la Brebemi è molto più scorrevole e veloce, senza ombra di dubbio “il collegamento autostradale direttissimo tra Brescia e Milano, la via più veloce e sicura tra le due città”, come scritto sul sito Brebemi spa. Più veloce ma anche, è chiaro, più caro.
Più caro fin dal principio, con i costi preventivati che, come sempre accade, sono lievitati progressivamente: gli 800 milioni di euro iniziali sono diventati un miliardo e mezzo, saliti poi a quota 2,4 miliardi, ai quali s’aggiungono poi, non vanno dimenticati, gli ulteriori 2,2 miliardi spesi per la Teem. In soccorso del privato (unico, stando ai patti, che avrebbe dovuto metter mano al portafogli) è arrivata la finanziaria di Renzi del 2014 che, con i suoi 260 milioni (da distribuire su quindici tranche annuali da 20 milioni dal 2017 al 2031), ha dato una mano a racimolare i 5 miliardi necessari. Il piano era il seguente: il privato paga, costruisce e guadagna. Guadagna attraverso la riscossione dei pedaggi. Pedaggi però- ecco il problema - troppo cari, che non invogliano l’automobilista a preferire la Berbemi.
D’atra parte la concorrenza parla chiaro: sui pannelli affissi da Società autostrade si legge: "Da Brescia Ovest a Milano Est. Via A4: 77 km, auto 6,30 euro, Tir 15,30. Via Brebemi: 92 km, auto 12,40 euro, Tir 33,60”. Esattamente il doppio. Ma chiediamoci una cosa: c’era da stupirsene? Solo per fare un esempio: la tratta Brescia-Milano a bordo di un treno regionale (il “carro merci” dei pendolari) costa 7.30 euro, mentre la stessa tratta con l’Eurocity (il treno di categoria subito superiore), non raddoppia, ma addirittura triplica, toccando i 20 euro, per quadruplicarsi invece nel caso della Freccia. Il treno più veloce, più bello, più comodo e sicuro, semplicemente, costa di più. Il treno più lento, sgangherato (non che l’A4 lo sia) e scomodo è, di contro, quello più utilizzato.
Con l’autostrada è lo stesso: la più veloce, ma anche la più cara, è la meno battuta: nonostante lo sconto sul pedaggio del 15% promesso sul sito, i dati forniti dall'Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, l’Aiscat parlano, per la Brebemi, di 13.205 transiti quotidiani, decisamente meno dei 60mila a cui si puntava… Un guaio insomma, specialmente in questo caso, nel caso cioè di un’opera che si sarebbe dovuta finanziare con il proprio traffico.
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Fra Milano e Brescia ci sono la provincia di Milano e Bergamo e provincia, la Brebemi non intercetta il traffico di gran parte della zona urbanizzata, quindi era prevedibile che fosse inutile. E le zone che attraversa son oservite dalle gratuite Paullese, Cassanese e Rivoltana che continuano a essere intasate, così come la Cerca a cui hanno affiancato la Teem. Autostrade che servivano agli amici dei politici per far girare soldi e per far guadagnare valore ai terreni (come quello su cui DHL prima che aprissero i cantieri delle autostrade aveva già piazzato il suo deposito attaccato alla barriera della Brebemi). Se tutti i soldi pubblici regalati a quegli imprenditori esentati dal rischio di impresa, alla faccia della concorrenza, fossero stati usati per ampliare e ammodernare le strade esistenti saremm ostati tutti più soddisfatti e avremmo avuto meno disagi e scempio di un territorio già ridotto male. Oltretutto le autostrade hanno aperto, ma le opere accessorie no e ci sono zone in cui ci si muove a fatica peggio che prima (andate a fare un giro fra Gorgonzola e Pessano).
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