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Autovelox illegali, maxi sequestro. Che ne sarà delle multe?

Il maxi sequestro effettuato in queste ore dalla Polstrada di Cosenza ricorda in tutto e per tutto l’analogo provvedimento preso lo scorso anno, conclusosi però in un nulla di fatto. Cosa fare con multe e ricorsi?

A un anno di distanza dall’analogo provvedimento, la Polstrada di Cosenza ha nuovamente sequestrato gli autovelox “illegali” attivi sulla rete stradale provinciale e non solo: un provvedimento emesso dal Gip nell’ambito dell'indagine a seguito delle risultanze degli accertamenti sulla "non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità”. Autovelox attivi, si parla nello specifico del modello T-Exspeed v.2.0, “approvati”, ma non a norma, perché non omologati. Istallati in vari comuni e città quali Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis, hanno emesso migliaia di multe, a quanto pare illegittime. Il rappresentante legale della società appaltatrice e che fornisce i dispositivi alle amministrazioni comunali è stato denunciato in stato di libertà per frode nella pubblica fornitura. Ora bisognerà vedere come si comporteranno i giudici e quale “interpretazione” sceglieranno di adottare. Ma andiamo con ordine. 

Perché non a norma

Oltre alla mancata omologazione dei dispositivi, attraverso gli accertamenti è emersa anche l’assenza, o meglio, il mancato aggiornamento del prototipo del sistema. "Il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - ha spiegato Giancarlo Baiano dirigente della Polstrada di Cosenza - è risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni”. Il provvedimento è stato per questo notificato alla società che fornisce questa tipologia di servizi con questo apparato e - ha aggiunto Baiano - ovviamente anche ai comuni che hanno contratto d'uso con società”.

Storia vecchia?

In realtà, un analogo sequestro s’era concluso esattamente lo scorso anno, proprio prima del grande esodo estivo, per risolversi poi in un niente, coi giudici del Riesame che, poche settimane dopo, dissequestravano gli autovelox a causa della difficile interpretazione della legge (la diatriba era sull’equivalenza giuridica dei termini “omologazione” e “approvazione”). Da allora tuttavia qualcosa di nuovo è arrivato: il riferimento è in questo caso alla sentenza pronunciata lo scorso aprile dalla Cassazione sul ricorso presentato a Treviso verso una contravvenzione per eccesso di velocità rilevata, appunto, da un autovelox non omologato. Accogliendo il ricorso, la sentenza ha di fatto riaperto i giochi: se ne riparlerà a settembre. 

E le multe?

Come sappiamo, per essere valide le multe devo essere state emesse da un apparecchio a norma. Tuttavia, è altrettanto vero che, per essere contestata, la sanzione non deve essere già stata pagata.  Il Codacons, che ha deciso di presentare un esposto alle Corti dei Conti di 10 regioni italiane dove erano installati gli apparecchi, ha ricordato i criteri e tempi per impugnare le sanzioni, ricordando che per le multe già pagate o per quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile fare ricorso. Tuttavia, lo stesso Carlo Rienzi, Presidente dell’Associazione, ha anche ricordato che “chi ha già pagato le contravvenzioni elevate tramite tali apparecchi, pur non potendo impugnare le sanzioni, può attivarsi per tutelare i propri diritti e, una volta concluse le indagini, agire per il risarcimento dei danni subiti”. 

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