WorldSSP300, intervista esclusiva Ana Carrasco: “La moto per me è uno stile di vita”
WorldSP300 news – Dopo aver disputato tre stagioni nel Motomondiale, la spagnola Ana Carrasco quest’anno ha vinto il titolo del WordlSP300 in una classe molto combattuta. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei che ci ha raccontato come le moto sono entrate nella sua vita, il suo approccio alle gare e il tragitto che l'ha portata a coronare con il titolo questo questo fantastico 2018
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Pista
La consacrazione
Molte persone avranno conosciuto Ana Carrasco solo da quest’anno, viato che i giornali si sono ocupati di lei perché è riuscita nell'impresa di vincere il titolo del WorldSSP300 (e battendo più di 30 maschietti). Eppure la spagnola aveva già alle spalle tre stagioni disputate nel Motomondiale, in Moto3, dove si era già messa in mostra. La nostra Serena Zunino ha potuto fare una chiacchierata con lei, parlando dei suoi inizi alla guida di una moto, del momento in cui ha capito che questa poteva diventare una professione e dei tempi più recenti quando ha finalmente realizzato il suo sogno.
Come hai iniziato a correre in moto?
Ho iniziato quando avevo tre anni, perché la mia famiglia è sempre stata legata a questo mondo. Mio padre è meccanico, ha un’officina e lavorava già nelle competizioni motociclistiche prima che io nascessi. Quando avevo tre anni mi hanno regalato la mia prima moto e l’anno successivo ho partecipato alla mia prima gara.
C’è un aneddoto di quel periodo?
Le prime sensazioni non le ricordo perché ero molto piccola. I primi ricordi erano legati al fatto che mi piaceva tantissimo, non volevo mai scendere. Ricordo che giravo in moto con mia sorella maggiore, ci allenavamo insieme, poi lei ha deciso di smettere e io ho continuato da sola.
Quando ti sei resa conto che questo poteva diventare un vero e proprio lavoro?
Quando avevo 14 anni mi hanno dato l’opportunità di passare al campionato spagnolo, un livello più alto prima di passare nel mondiale. In quel momento mi sono resa conto che forse sarebbe potuta essere la mia professione e che sarei potuta arrivare a correre nel mondiale.
Dopo le tre stagioni in Moto3, come sei arrivata nel WorldSSP300?
In questo campionato sono arrivata un po’ in modo casuale. Ho terminato la mia tappa nel Mondiale, in Moto3, nel 2015 e l’anno successivo ho deciso di correre nel campionato d’Europa di Moto2. Alla fine della stagione ho ricevuto chiamate da vari team per correre nel WordlSSP300 e ho pensato che poteva essere una buona opzione, così ho firmato con un team per la stagione 2017.
Nel 2018 hai vinto il titolo mondiale, come racconti questa stagione?
È stata molto buona. Dai test invernali mi sono sentita molto bene alla guida della nuova Kawasaki 400 e in generale con il team DS Junior Team. Abbiamo iniziato la stagione molto bene e siamo riusciti a vincere in due delle prime quattro gare, portandoci in testa al campionato. Da quel momento però abbiamo iniziato a soffrire più in gara, soprattutto a seguito di un cambio nel regolamento. È stato difficile replicare i risultati ottenuti in precedenza, ma siamo stati capaci di mantenere la calma e conquistare punti in tutte le gare, arrivando così alla fine della stagione con la possibilità concreta di vincere. Nell’ultima gara a Magny Cours è stato molto difficile, ma ce l’ho fatta e ho realizzato un sogno! Ne è valsa la pena e devo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui.
Cosa sono per te le moto?
La moto per me è uno stile di vita, mi fa sentire libera e felice. Mi piace andare veloce e mi diverte molto competere. È qualcosa che ho fatto da sempre, da quando sono nata, e non saprei vivere in altra maniera. Guidare e lottare per vincere mi rende felice, è una sensazione molto difficile da spiegare.
Nel mondo del motociclismo sono ancora poche le donne che corrono, come la vivi questa cosa?
Molto bene. Da quando ho iniziato sono una delle poche donne a correre nelle competizioni, quindi per me è normale.
Come vivi la rivalità con i piloti maschi in pista?
Non la vivo, io vivo la rivalità tra piloti in generale. In circuito ho sempre detto che mi sento semplicemente un pilota. Il mio lavoro è lo stesso degli altri e il mio obiettivo è solo uno: vincere.
Qual è il complimento più bello che hai ricevuto dopo aver vinto il titolo mondiale?
Ho ricevuto molti messaggi e molte belle parole. Sceglierne uno è difficile, ma sono molto grata a tutti coloro che sono stati contenti per la mia vittoria.
Molte persone avranno conosciuto Ana Carrasco solo da quest’anno, viato che i giornali si sono ocupati di lei perché è riuscita nell'impresa di vincere il titolo del WorldSSP300 (e battendo più di 30 maschietti). Eppure la spagnola aveva già alle spalle tre stagioni disputate nel Motomondiale, in Moto3, dove si era già messa in mostra. La nostra Serena Zunino ha potuto fare una chiacchierata con lei, parlando dei suoi inizi alla guida di una moto, del momento in cui ha capito che questa poteva diventare una professione e dei tempi più recenti quando ha finalmente realizzato il suo sogno.
Come hai iniziato a correre in moto?
Ho iniziato quando avevo tre anni, perché la mia famiglia è sempre stata legata a questo mondo. Mio padre è meccanico, ha un’officina e lavorava già nelle competizioni motociclistiche prima che io nascessi. Quando avevo tre anni mi hanno regalato la mia prima moto e l’anno successivo ho partecipato alla mia prima gara.
C’è un aneddoto di quel periodo?
Le prime sensazioni non le ricordo perché ero molto piccola. I primi ricordi erano legati al fatto che mi piaceva tantissimo, non volevo mai scendere. Ricordo che giravo in moto con mia sorella maggiore, ci allenavamo insieme, poi lei ha deciso di smettere e io ho continuato da sola.
Quando ti sei resa conto che questo poteva diventare un vero e proprio lavoro?
Quando avevo 14 anni mi hanno dato l’opportunità di passare al campionato spagnolo, un livello più alto prima di passare nel mondiale. In quel momento mi sono resa conto che forse sarebbe potuta essere la mia professione e che sarei potuta arrivare a correre nel mondiale.
Dopo le tre stagioni in Moto3, come sei arrivata nel WorldSSP300?
In questo campionato sono arrivata un po’ in modo casuale. Ho terminato la mia tappa nel Mondiale, in Moto3, nel 2015 e l’anno successivo ho deciso di correre nel campionato d’Europa di Moto2. Alla fine della stagione ho ricevuto chiamate da vari team per correre nel WordlSSP300 e ho pensato che poteva essere una buona opzione, così ho firmato con un team per la stagione 2017.
Nel 2018 hai vinto il titolo mondiale, come racconti questa stagione?
È stata molto buona. Dai test invernali mi sono sentita molto bene alla guida della nuova Kawasaki 400 e in generale con il team DS Junior Team. Abbiamo iniziato la stagione molto bene e siamo riusciti a vincere in due delle prime quattro gare, portandoci in testa al campionato. Da quel momento però abbiamo iniziato a soffrire più in gara, soprattutto a seguito di un cambio nel regolamento. È stato difficile replicare i risultati ottenuti in precedenza, ma siamo stati capaci di mantenere la calma e conquistare punti in tutte le gare, arrivando così alla fine della stagione con la possibilità concreta di vincere. Nell’ultima gara a Magny Cours è stato molto difficile, ma ce l’ho fatta e ho realizzato un sogno! Ne è valsa la pena e devo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui.
Cosa sono per te le moto?
La moto per me è uno stile di vita, mi fa sentire libera e felice. Mi piace andare veloce e mi diverte molto competere. È qualcosa che ho fatto da sempre, da quando sono nata, e non saprei vivere in altra maniera. Guidare e lottare per vincere mi rende felice, è una sensazione molto difficile da spiegare.
Nel mondo del motociclismo sono ancora poche le donne che corrono, come la vivi questa cosa?
Molto bene. Da quando ho iniziato sono una delle poche donne a correre nelle competizioni, quindi per me è normale.
Come vivi la rivalità con i piloti maschi in pista?
Non la vivo, io vivo la rivalità tra piloti in generale. In circuito ho sempre detto che mi sento semplicemente un pilota. Il mio lavoro è lo stesso degli altri e il mio obiettivo è solo uno: vincere.
Qual è il complimento più bello che hai ricevuto dopo aver vinto il titolo mondiale?
Ho ricevuto molti messaggi e molte belle parole. Sceglierne uno è difficile, ma sono molto grata a tutti coloro che sono stati contenti per la mia vittoria.
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