Promossi&Bocciati: a Valencia è un Mir da 10 e lode, ma questo Morbidelli è da leccarsi i baffi
Quartararo finisce nella ghiaia e si dispera, ora Franco ha tre vittorie come lui ma è secondo in campionato. In Suzuki fanno festa grande e Joan si gode un successo davvero meritato, mentre la Yamaha deve risolvere il dilemma tecnico di una moto che vince solo se parte davanti. Marc Marquez attende il 2021 e nuove sfide che non aveva ancora affrontato fino all'infortunio
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Manca ancora la gara di Portimao, ma il mondiale della MotoGP è stato assegnato a Valencia e se lo è aggiudicato meritatamente Joan Mir: 10 e lode per lui, per tutti gli altri andiamo a rivedere i Promossi&Bocciati del nostro Guido Sassi.
Chi piange, chi ride
A volte si piange e si ride insieme, spesso quando le emozioni sono davvero forti. Joan Mir ha confessato che è capitato anche a lui, ma giusto per qualche istante, almeno per quanto abbiamo visto. Il nuovo campione del mondo è di Maiorca, come l’ultimo prima del poker di Marquez dal 2016 al 2019, ma di Lorenzo è quasi l'opposto. Il 23enne di Brivio si gode il successo con una serenità e una mancanza di eccessi che sono il bello del suo personaggio: solare, misurato, capace di dire che “l’avversario peggiore di questo 2020 è stato il Covid, ma non per me, per tutti. E credo che questa vittoria vada dedicata alle persone che hanno sofferto molto, sperando di averli fatti divertire almeno un poco, per quello che vale”. Mir ha conquistato tutti con la sua semplicità e in questo momento non solo è distante anni luce dall'immagine di Jorge, ma anche di quel Fabio Quartararo che è stato fino a oggi il suo più grande avversario nella lotta per il titolo. Il francese è andato in crisi a Le Mans e non si è più ripreso: lo ha spiegato bene Wilco Zeelenberg ai microfoni di Sky: “In Francia Fabio aveva faticato ma pioveva – ha spiegato il team manager olandese-. Ma con quella gara ha perso la confidenza nella moto, non l'ha più ritrovata nemmeno sull'asciutto. Dice che la moto non frena e non curva, e anche in questa gara è partito dietro per poi cadere”. La M1 però non è certo cambiata, e l'impressione è che – al di là del fatto che è una moto che vince solo partendo dalla prima fila- sia stato il pilota ad avere risentito un po' tropo della pressione di un mondiale iniziato con una doppietta e finito nella ghiaia.
Oscar del sorpasso
Miller e Morbidelli ci hanno regalato un duello di quelli epici: prima a distanza - brevissima in realtà- facendo l'elastico tra i 9 e i 4 decimi per 25 giri Poi in un corpo a corpo davvero sublime, con un attacco dell'australiano alla curva 1 nel corso dell'ultimo giro, subito ribattuto dal nostro. Ma tre curve dopo Franco è stato ancora più abile, perché Jackass lo ha infilato con furbizia in ingresso alla 4, in un punto non proprio usuale, e il pilota Yamaha ha risposto alla 5, dove bisogna essere davvero creativi e allo stesso tempo misurati per riuscire a sorpassare. È stato un botta e risposta bellissimo, degno di due campioni che hanno gareggiato per tutti i 27 giri al limite delle loro possibilità.
Data check
La danza di Morbidelli è stata stellare: tutta la gara a parte un paio di giro sotto il muro dei 32 secondi, sostanzialmente un intero gran premio più veloce dei migliori tempi registrati domenica scorsa. Franco era in forma venerdì, sabato ha preso la pole position, oggi ha guidato davanti a tutti fin dal warm up. Ora in Yamaha si ripropone il tema della M1 vecchia che va più forte della nuova, già visto l'anno scorso con Quartararo e di nuovo in auge grazie alle tre vittorie e al secondo posto in campionato del nostro pilota. Nel dopo gara Valentino ha evidenziato due problemi diversi: il primo irrisolvibile al momento, visto che Yamaha ha un gap di potenza su cui non può fare nulla, dato il congelamento dei propulsori fino a tutto il 2021. Il secondo invece riguarda il rapporto con le gomme: “Non riusciamo a farle lavorare bene come fanno altri, come fa la Suzuki per esempio – ha spiegato il nove volte campione del mondo-. Bisogna capire il perché e questo, oltre che essere fondamentale, lo si può fare senza toccare i motori”.
Meditate gente
Se Dovizioso non riuscirà a recuperare almeno la quinta posizione nel mondiale, il 2020 sarà il primo campionato dal 2012 a non vedere nemmeno un pilota sopra i 30 anni tra i primi cinque in classifica. Della top 5 attuale, proprio Morbidelli è il più anziano (classe 1994), mentre Mir ha 23 anni, Vinales e Rins 25, Quartararo solo 21. Quando e se nella prossima stagione ritornerà Marc Marquez, sarà lui con ogni probabilità il top rider più anziano, con i suoi 28 anni (nel 2021 appunto). Insomma, pur avendo dimostrato fino a questa stagione di non avere ancora trovato rivali sul campo, per Marc sarà una bella sfida lottare contro questi ragazzi, e dovrà affrontare bene o male quel passaggio che Valentino Rossi provò sulla sua pelle all'arrivo dei vari Pedrosa, Stoner e Lorenzo. Come andrà a finire? C'è da scommettere che Magic Marc – sempre se sarà in buone condizioni fisiche- darà del filo da torcere ai giovinastri, ma uno come Mir potrebbe davvero dargli fastidio.
Chi piange, chi ride
A volte si piange e si ride insieme, spesso quando le emozioni sono davvero forti. Joan Mir ha confessato che è capitato anche a lui, ma giusto per qualche istante, almeno per quanto abbiamo visto. Il nuovo campione del mondo è di Maiorca, come l’ultimo prima del poker di Marquez dal 2016 al 2019, ma di Lorenzo è quasi l'opposto. Il 23enne di Brivio si gode il successo con una serenità e una mancanza di eccessi che sono il bello del suo personaggio: solare, misurato, capace di dire che “l’avversario peggiore di questo 2020 è stato il Covid, ma non per me, per tutti. E credo che questa vittoria vada dedicata alle persone che hanno sofferto molto, sperando di averli fatti divertire almeno un poco, per quello che vale”. Mir ha conquistato tutti con la sua semplicità e in questo momento non solo è distante anni luce dall'immagine di Jorge, ma anche di quel Fabio Quartararo che è stato fino a oggi il suo più grande avversario nella lotta per il titolo. Il francese è andato in crisi a Le Mans e non si è più ripreso: lo ha spiegato bene Wilco Zeelenberg ai microfoni di Sky: “In Francia Fabio aveva faticato ma pioveva – ha spiegato il team manager olandese-. Ma con quella gara ha perso la confidenza nella moto, non l'ha più ritrovata nemmeno sull'asciutto. Dice che la moto non frena e non curva, e anche in questa gara è partito dietro per poi cadere”. La M1 però non è certo cambiata, e l'impressione è che – al di là del fatto che è una moto che vince solo partendo dalla prima fila- sia stato il pilota ad avere risentito un po' tropo della pressione di un mondiale iniziato con una doppietta e finito nella ghiaia.
Oscar del sorpasso
Miller e Morbidelli ci hanno regalato un duello di quelli epici: prima a distanza - brevissima in realtà- facendo l'elastico tra i 9 e i 4 decimi per 25 giri Poi in un corpo a corpo davvero sublime, con un attacco dell'australiano alla curva 1 nel corso dell'ultimo giro, subito ribattuto dal nostro. Ma tre curve dopo Franco è stato ancora più abile, perché Jackass lo ha infilato con furbizia in ingresso alla 4, in un punto non proprio usuale, e il pilota Yamaha ha risposto alla 5, dove bisogna essere davvero creativi e allo stesso tempo misurati per riuscire a sorpassare. È stato un botta e risposta bellissimo, degno di due campioni che hanno gareggiato per tutti i 27 giri al limite delle loro possibilità.
Data check
La danza di Morbidelli è stata stellare: tutta la gara a parte un paio di giro sotto il muro dei 32 secondi, sostanzialmente un intero gran premio più veloce dei migliori tempi registrati domenica scorsa. Franco era in forma venerdì, sabato ha preso la pole position, oggi ha guidato davanti a tutti fin dal warm up. Ora in Yamaha si ripropone il tema della M1 vecchia che va più forte della nuova, già visto l'anno scorso con Quartararo e di nuovo in auge grazie alle tre vittorie e al secondo posto in campionato del nostro pilota. Nel dopo gara Valentino ha evidenziato due problemi diversi: il primo irrisolvibile al momento, visto che Yamaha ha un gap di potenza su cui non può fare nulla, dato il congelamento dei propulsori fino a tutto il 2021. Il secondo invece riguarda il rapporto con le gomme: “Non riusciamo a farle lavorare bene come fanno altri, come fa la Suzuki per esempio – ha spiegato il nove volte campione del mondo-. Bisogna capire il perché e questo, oltre che essere fondamentale, lo si può fare senza toccare i motori”.
Meditate gente
Se Dovizioso non riuscirà a recuperare almeno la quinta posizione nel mondiale, il 2020 sarà il primo campionato dal 2012 a non vedere nemmeno un pilota sopra i 30 anni tra i primi cinque in classifica. Della top 5 attuale, proprio Morbidelli è il più anziano (classe 1994), mentre Mir ha 23 anni, Vinales e Rins 25, Quartararo solo 21. Quando e se nella prossima stagione ritornerà Marc Marquez, sarà lui con ogni probabilità il top rider più anziano, con i suoi 28 anni (nel 2021 appunto). Insomma, pur avendo dimostrato fino a questa stagione di non avere ancora trovato rivali sul campo, per Marc sarà una bella sfida lottare contro questi ragazzi, e dovrà affrontare bene o male quel passaggio che Valentino Rossi provò sulla sua pelle all'arrivo dei vari Pedrosa, Stoner e Lorenzo. Come andrà a finire? C'è da scommettere che Magic Marc – sempre se sarà in buone condizioni fisiche- darà del filo da torcere ai giovinastri, ma uno come Mir potrebbe davvero dargli fastidio.
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