MotoGP Lucchinelli: “Agostini lo odiavo, ora mi sono ricreduto”
MotoGP News – Ex pilota, campione di 500 del 1981 con Suzuki, Marco Lucchinelli è salito su un palco del teatro Lirico di Milano con Giacomo Agostini e Loris Capirossi e non si è tirato indietro nel raccontare la sua vita e la sua carriera
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Il commento di Lucchinelli su Capirossi
Al teatro Lirico, intitolato a Giorgio Gaber, a Milano, Marco Lucchinelli ha condiviso il palco con altri due grandi colleghi, Giacomo Agostini e Loris Capirossi. I tre hanno raccontato le loro esperienze da campioni del mondo: Agostini ha vinto 15 titoli iridati, Lucchinelli uno, nel 1981 con Suzuki in 500 e Capirossi tre volte iridato nelle classi minori, 125 e 250. Il pilota spezzino ha raccontato a La Gazzetta dello Sport: “Capirossi è stato il primo di quella generazione dei ragazzini, è stato il primo, faceva quasi impressione. Era veramente una novità, poi io ce lo avevo vicino a casa, uscivo con i cavalli con lo zio di Loris. E mi è piaciuto tanto a fine carriera, quando già lo davano per finito, invece è risalito su una Ducati e ha rifatto delle signore gare, senza dimenticare con Suzuki”.
"Mi ha aiutato anche il fatto di Valentino Rossi"
Ha un rapporto più particolare e conflittuale, invece, con Giacomo Agostini, di cui ha detto: “Lo conosco da una vita, proprio lo odiavo, invece adesso invecchiando ho dovuto ricredermi, darmi dei valori, mi ha aiutato anche il fatto di Valentino Rossi. Quando ho smesso io c'era Marco Lucchinelli un mondiale, Barry Sheene due mondiali, Kenny Roberts tre mondiali, poi c'era Agostini, ma nessuno guardava i suoi titoli, io avrei forse potuto vincerne due per essere come Barry Sheene, ma non ci si arrivava a pensare, quando poi anche Valentino ha cominciato a vincere mi sono detto, beh, se l'ha fatto anche Ago, non è che ci vogliono cento piloti, basta uno, il compagno di squadra a volte va da solo a rompere i coglioni e Agostini ne ha avuti di compagnia di squadra, bisogna dargli i meriti, ha fatto il Tourist Trophy, ha fatto delle gare dove mettila come vuoi le moto erano quelle lì, i piloti erano quelli lì ed erano tutti lì per vincere. Poi che sia di Bergamo e che fai un po' di fatica a vederlo simpatico è un altro discorso” (scherza). Guardando ai piloti di oggi, ha scelto un nome in particolare che gli piace: “Jack Miller che sembra fuori dai giochi, però è un pilota che mi piace, magari non vincerà i mondiali, ma è uno come Giancarlo Falappa, è uno che ha dato il gas, poi c'è chi li vince, chi fa secondo, magari come Randy Mamola, nemmeno lui li ha mai vinti”.
Foto e immagini
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