MotoGP 2023, Bradl: “Honda non ha il coraggio di sperimentare”
MotoGP news – Il collaudatore Honda, l’ex pilota Stefan Bradl, ha parlato della situazione in cui si trova oggi la Casa alata, con la richiesta di Marc Marquez di fare grossi miglioramenti in vista del test di febbraio, per poter così lottare per il titolo iridato con un mezzo competitivo
Troppi rischi per Marquez
I commenti di Marc Marquez al termine del test svolto a novembre, in vista del 2023, a Valencia, erano stati negativi sulla RC213V che aveva guidato in pista in quell’occasione. Lo spagnolo si aspettava molto di più e ha inviato messaggi molto chiari alla Honda su quale lavoro svolgere durante l’inverno, per fargli avere ciò che vuole nei test del mese prossimo. Intervistato dal sito tedesco Speedweek, il collaudatore Honda Stefan Bradl ha dichiarato: “Marc compie 30 anni. Sa di avere ancora due o tre anni buoni davanti a sé. Vuole una moto vincente, lo ha detto più volte, anche prima della pausa del GP del Mugello. Ha subito quattro interventi chirurgici al braccio. Secondo me è consapevole del suo stato di salute. Ecco perché ora chiede una direzione chiara a HRC”. In pista le Ducati dominano, essendo otto, e il tedesco ha ammesso: “Il Mondiale MotoGP è cambiato. Marc non può sfruttare i suoi punti di forza sulla moto attuale come faceva una volta. Deve sempre andare a lavorare con troppi rischi. Si rende conto che non sarà mai in grado di mantenere il rischio così alto nel lungo termine. Deve ridurlo un po’ di più e fare più affidamento sulla moto”.
Tutti i piloti hanno criticato Honda
Honda arriva dal suo peggior anno, senza neanche una vittoria, ed è giunto il momento di invertire la rotta: “Marc non è l'unico pilota della Casa a criticare. Così hanno fatto tutti gli altri, da Alex Márquez a Nakagami a Pol Espargarò. Grazie ai suoi successi, Marc è nella posizione più forte. Ecco perché ora chiede a gran voce e chiaramente miglioramenti”. Lo stesso Marc più volte è caduto e Bradl spiega: “Nel 2018 e nel 2019 Marc ha dovuto subire circa 30 cadute all'anno per compensare le debolezze della Honda. Lo ha fatto notare, ma non è stato preso sul serio. I suoi compagni di squadra si sono scambiati a turno: Pedrosa, Lorenzo, Alex Márquez, poi Pol Espargaró”. Ora però le cose sono cambiate: “Le cadute a 338 km/h come al Mugello nel 2013 o le quattro cadute in 48 ore a Mandalika l’anno scorso finiscono per farsi sentire, anche nell'area mentale. Soprattutto quando hai passato mesi a dubitare che il braccio guarirà mai completamente e soffri di diplopia”.
"Ducati ha mostrato coraggio"
A tutto questo si aggiungono i passi in avanti fatti dagli avversari: “Nel 2021 potevamo sfruttare il potenziale delle nuove gomme morbide solo all'80%, la concorrenza invece al 100%. Ma non c'era una singola area che necessitava di miglioramenti, ce n'erano diverse”. A questa si è aggiunta la nuova frontiera aerodinamica: “La Ducati ha mostrato coraggio perché ha costantemente apportato modifiche ai dispositivi. Di conseguenza, anche la Yamaha è rimasta un po' indietro. La Honda non è mai stata in prima linea in tali sperimentazioni come la Ducati ha fatto negli ultimi anni. Noto che alla Honda manca un po' di coraggio di sperimentare”.