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MotoGP 2022, Puig: “Stoner, Pedrosa e Lorenzo migliori dei piloti di oggi”

MotoGP news – Il team manager del team Honda Alberto Puig è sempre molto schietto nei suoi giudizi, e non si è smentito nel confrontare i piloti di oggi con i fuoriclasse della passata generazione. Ha poi raccontato del suo primo incontro con Marc Marquez e dell'esperienza fallimentare con Jorge Lorenzo
Dal 2018 Alberto Puig è team manager di Honda, ma frequenta il Motomondiale dal 1987, quando debuttò nella 250. Di piloti ne ha visti parecchi e per anni è stato anche il manager di Dani Pedrosa, per questo ha le idee piuttosto chiare: “Con tutto il rispetto verso i piloti del campionato di oggi, la generazione che ho vissuto direttamente, con Stoner, Pedrosa o Lorenzo, era chiaramente migliore di quella di oggi. Questi tre avevano una qualità e un potenziale eccezionale. Lo dico senza contare Rossi e Márquez, che sono di una categoria speciale”.

Il primo incontro con Marquez
Oggi uno dei "suoi" due piloti è Marc Márquez: “La prima volta che Marc è arrivato nel Mondiale era con KTM, ed io ero a dirigere quel team. Era un bambino. Quello che mi ha sorpreso di più è che era molto coraggioso. Ricordo che alla fine del rettilineo di Indianapolis cadde e mi lasciò senza fiato”. Proprio a lui sono collegati i suoi ricordi del primo anno: “Nel 2018 sono diventato il team manager di HRC. È stato bello perché nel mio primo anno da manager abbiamo vinto il Mondiale. Ovviamente quello che vince è il pilota, ma la dirigenza nel bene e nel male si vede. Nel mio lavoro ho cercato di aiutare i due piloti, Dani e Marc. I piloti speciali sono fatti della stessa stoffa. Ci sono grandi piloti e altri piloti speciali, e ho avuto la fortuna di poter lavorare con piloti come Stoner, Dani, Marc o Lorenzo.”

Il suo commento sulla Ducati
Tra i piloti con cui ha avuto a che fare c’è stato anche Jorge Lorenzo, che ha vestito i panni della squadra nel 2019: “Sportivamente è stato un disastro. Ci ha provato e basta. Stava per riuscire a capire la moto, ma ha avuto due cadute forti, molto forti: una in un test a Montmeló e un'altra ad Assen, e lì penso abbia capito che non poteva continuare. So che ci ha provato, lo stavo aiutando. Ho avuto un colloquio molto diretto con lui ed è stato molto onesto. È un pilota che conoscevo appena e mi ha sorpreso. Altre volte stavamo litigando, ai tempi di Dani nella 250, ma poi, alla Honda, ho scoperto un ragazzo molto schietto, speciale, ma dopo la caduta di Assen è arrivato alla conclusione che con la nostra moto non poteva andare forte”. La moto più forte dello schieramento di partenza oggi sembra essere la Desmosedici GP, ma non ne è tanto convinto: “Ora tutti dicono che la Ducati si guida da sola, ma d'altra parte nessuno ha vinto il Mondiale con una Ducati. L'unico a riuscirci è stato il signor Stoner, che era un fenomeno, nel 2007, e aveva le Bridgestone, quando tutti avevano le Michelin. È una moto facile? È facile la Yamaha? È tutto relativo. La Honda sarà una moto tosta, ma ha vinto molti campionati”.

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