MotoGP 2020, Crutchlow: “Non vedo l'ora di tornare a casa dalla mia famiglia”
MotoGP news – A Portimao Cal Crutchlow ha disputato la sua ultima gara da pilota, chiudendo così la sua lunga carriera in MotoGP. L’inglese, che nel 2021 sarà collaudatore Yamaha, ha parlato della sua carriera, delle soddisfazioni ottenute e della sua decisione di ritirarsi
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"Ho ancora la motivazione, ma non posso competere al livello che vorrei"
Dopo dieci anni passati in MotoGP è arrivato anche per Cal Crutchlow il momento di ritirarsi, quella disputata a Portimao, in Portogallo, è stata la sua ultima gara d apilota, ma non è andata come sperava e ha tagliato il traguardo solo in tredicesima posizione: “È stata deludente, ma non mi sono mai arreso, ci ho provato. Sentivo che avrei potuto mantenere una buona posizione, ma ho avuto un calo molto ampio della gomma posteriore, forse un po’ a causa della mappatura e dell'elettronica all'inizio della gara - probabilmente ho utilizzato troppo poco il controllo di trazione”.
Archiviata l’ultima corsa l’inglese ha analizzato la sua carriera: “Nel complesso, sono felice di finire la mia carriera. Ho continuato a fare del mio meglio e oggi è stato bello correre l’ultima gara ancora in grado di combattere con alcuni dei migliori piloti del mondo. Sono anche contento di aver finito la gara perché ho iniziato la mia carriera con una caduta e avrei potuto finire la mia carriera abbastanza facilmente con una caduta! Ho dato il massimo in gara ed è tutto quello che potevo chiedere a me stesso, come sempre”.
La sua carriera è arrivata ai titoli di coda ed è sicuro con la decisione presa: “Era il momento giusto per fare un passo indietro e guardare i miei compagni e i ragazzi che ci provano. Sento un senso di sollievo. Ho vinto una gara in ogni campionato in cui ho partecipato. Non avrei potuto fare di più, onestamente, solo con il mio talento. Sono sempre stato il primo a dire che è stata la mia determinazione a farmi correre la maggior parte delle gare. E forse non essere il più talentuoso mi ha fatto continuare più a lungo e volerlo di più”.
Nessun rimpianto quindi, anche se ammette: “Ho sempre detto che mi sarei fermato e mi sarei ritirato quando mi fossi alzato la mattina senza più motivazione. Ora mi alzo ancora la mattina con la motivazione per andare in moto e allenarmi, ma non posso competere al livello che vorrei. È semplice”.
Il suo non è un addio al paddock: “Continuerò a guidare una moto il prossimo anno, con Yamaha, sarò ancora coinvolto attivamente. Non vedo l'ora di guardare le gare da casa e non parteciparvi tutto il tempo con le preoccupazioni e lo stress. Sembra che me ne stia lamentando, ma quando invecchi cose del genere si fanno più difficili”.
Crutchlow passerà più tempo con la sua famiglia: “Non ho visto molto Lucy (la moglie) quest'anno, e Willow non ha visto suo padre. Ovviamente, la cosa buona per me è che ho sempre passato tutto il mio tempo con Lucy, quando correvo. Abbiamo sempre viaggiato insieme e negli ultimi quattro anni da quando è nata Willow l’abbiamo portata con noi. Questo è stato un anno strano e non vedo l'ora di tornare a casa da loro”.
Dopo dieci anni passati in MotoGP è arrivato anche per Cal Crutchlow il momento di ritirarsi, quella disputata a Portimao, in Portogallo, è stata la sua ultima gara d apilota, ma non è andata come sperava e ha tagliato il traguardo solo in tredicesima posizione: “È stata deludente, ma non mi sono mai arreso, ci ho provato. Sentivo che avrei potuto mantenere una buona posizione, ma ho avuto un calo molto ampio della gomma posteriore, forse un po’ a causa della mappatura e dell'elettronica all'inizio della gara - probabilmente ho utilizzato troppo poco il controllo di trazione”.
Archiviata l’ultima corsa l’inglese ha analizzato la sua carriera: “Nel complesso, sono felice di finire la mia carriera. Ho continuato a fare del mio meglio e oggi è stato bello correre l’ultima gara ancora in grado di combattere con alcuni dei migliori piloti del mondo. Sono anche contento di aver finito la gara perché ho iniziato la mia carriera con una caduta e avrei potuto finire la mia carriera abbastanza facilmente con una caduta! Ho dato il massimo in gara ed è tutto quello che potevo chiedere a me stesso, come sempre”.
La sua carriera è arrivata ai titoli di coda ed è sicuro con la decisione presa: “Era il momento giusto per fare un passo indietro e guardare i miei compagni e i ragazzi che ci provano. Sento un senso di sollievo. Ho vinto una gara in ogni campionato in cui ho partecipato. Non avrei potuto fare di più, onestamente, solo con il mio talento. Sono sempre stato il primo a dire che è stata la mia determinazione a farmi correre la maggior parte delle gare. E forse non essere il più talentuoso mi ha fatto continuare più a lungo e volerlo di più”.
Nessun rimpianto quindi, anche se ammette: “Ho sempre detto che mi sarei fermato e mi sarei ritirato quando mi fossi alzato la mattina senza più motivazione. Ora mi alzo ancora la mattina con la motivazione per andare in moto e allenarmi, ma non posso competere al livello che vorrei. È semplice”.
Il suo non è un addio al paddock: “Continuerò a guidare una moto il prossimo anno, con Yamaha, sarò ancora coinvolto attivamente. Non vedo l'ora di guardare le gare da casa e non parteciparvi tutto il tempo con le preoccupazioni e lo stress. Sembra che me ne stia lamentando, ma quando invecchi cose del genere si fanno più difficili”.
Crutchlow passerà più tempo con la sua famiglia: “Non ho visto molto Lucy (la moglie) quest'anno, e Willow non ha visto suo padre. Ovviamente, la cosa buona per me è che ho sempre passato tutto il mio tempo con Lucy, quando correvo. Abbiamo sempre viaggiato insieme e negli ultimi quattro anni da quando è nata Willow l’abbiamo portata con noi. Questo è stato un anno strano e non vedo l'ora di tornare a casa da loro”.
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