Moto3, intervista Tony Arbolino: “Obiettivo? Lottare per la vittoria in tutte le gare”
Moto3 news – Tra i piloti che difendono il tricolore nella classe minore del Motomondiale c'è anche Tony Arbolino, pilota del team Snipers che alla sua terza stagione nel Motomondiale ha conquistato il suo primo podio iridato nel secondo GP stagionale. A Jerez abbiamo potuto intervistarlo e ci ha raccontato il suo 2019, il rapporto con il compagno di squadra Romano Fenati e ha promosso il nuovo format delle qualifiche
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MotoGP
Arbo
Compie 19 anni il 3 agosto ed è uno tra i piloti italiani più promettenti della griglia di partenza della Moto3. Stiamo parlando di Tony Arbolino, pilota del team Snipers che dopo due anni di "rodaggio" in Moto3, in Argentina ha conquistato il suo primo podio iridato complice un'ottima prestazione. La nostra Serena Zunino ha potuto fare quattro chiacchiere con lui sul circuito di Jerez, ecco cosa le ha raccontato.
Hai iniziato il terzo anno in Moto3 e alla seconda gara, in Argentina, hai conquistato il primo podio iridato. Com'è stato?
Riuscirci qui, nel mondiale, è stato molto bello. È stata una gara combattuta, mi sono dovuto preparare al meglio per l’ultimo giro e la volata finale. Me lo sono guadagnato. È stato bellissimo vedere tutto il team lì sotto, sono emozioni speciali che non ritrovi in nient’altro. Quando ami lo sport che stai facendo è così. L’unica pecca è che è finita troppo presto quella sensazione, quando torni a casa poi è tutto come prima.
Che obiettivi ti sei posto in qusto 2019?
Quello di fare tutte le gare al top, senza obiettivi numerici. So che devo fare bene, è l’anno giusto, la squadra giusta. Dobbiamo lottare per la vittoria a tutte le gare.
Da pilota professionista, cosa ti piace di più e di meno di questo mondo?
La cosa più bella è che non mi è mai stato regalato niente, non ho avuto il papà con tanti soldi che poteva permettermi di fare quello che volevo. Questo mi rende orgoglioso per il poco che finora ho fatto. È tutto meritato.
La parte meno bella forse sono un po’ gli eventi extra a cui partecipo quando torno a casa, che è lo stesso momento in cui vorrei passare un po’ di tempo in famiglia.
Come commenti il nuovo format delle qualifiche?
Ci sono pro e contro. Il difetto è che se c’è una condizione difficile in pista, quelli che fanno la prima sessione di qualifica sono avvantaggiati. Il pregio è che si è in meno piloti e quindi quando entri non c’è nessuno che aspetta tanto, è più facile fare una qualifica migliore. C’è più pressione in questo format, ma a me piace.
Qual è il punto forte del team Snipers?
L’esperienza, ho imparato tanto e lo sto continuando a fare. In tutte le condizioni della pista ci mettiamo meno ad arrivare alla soluzione.
Che rapporto hai con Romano Fenati?
Buono. Quando sono arrivato in questo team mi ha accolto bene, mi ha fatto sentire subito un compagno di squadra. Va molto forte e ci rispettiamo. Ora che siamo nella stessa classe ci confrontiamo e parliamo.
Dallo scorso anno hai un nuovo preparatore fisico, Ivan Lopez, lo stesso di Jorge Lorenzo…
Sì, con lui è un’altra storia. Mi alleno sei ore al giorno, mi sta molto dietro, mi ha aiutato a tenere alta la concentrazione. Ho fatto un grande step mentale grazie a lui. Mi sento meglio perché ho ricevuto una bella fiducia da parte di Jorge e Ivan mi ha fatto crescere tanto.
Con che idolo sei cresciuto?
Quando ero piccolo Valentino Rossi, perché quando mi allenavo il suo era il nome di riferimento. Crescendo però mi sono piaciuti anche Marquez, Lorenzo, non ho un pilota preferito. Ammiro tutti quelli che hanno talento e che hanno fatto la storia del motociclismo. L’aggressività di Marquez, la guida di Jorge, sono aspetti che mi emozionano.
Il sogno della vita?
Vincere la MotoGP. Mi vorrei vedere lì davanti, ma punto comunque a vincere un titolo a livello mondiale.
Compie 19 anni il 3 agosto ed è uno tra i piloti italiani più promettenti della griglia di partenza della Moto3. Stiamo parlando di Tony Arbolino, pilota del team Snipers che dopo due anni di "rodaggio" in Moto3, in Argentina ha conquistato il suo primo podio iridato complice un'ottima prestazione. La nostra Serena Zunino ha potuto fare quattro chiacchiere con lui sul circuito di Jerez, ecco cosa le ha raccontato.
Hai iniziato il terzo anno in Moto3 e alla seconda gara, in Argentina, hai conquistato il primo podio iridato. Com'è stato?
Riuscirci qui, nel mondiale, è stato molto bello. È stata una gara combattuta, mi sono dovuto preparare al meglio per l’ultimo giro e la volata finale. Me lo sono guadagnato. È stato bellissimo vedere tutto il team lì sotto, sono emozioni speciali che non ritrovi in nient’altro. Quando ami lo sport che stai facendo è così. L’unica pecca è che è finita troppo presto quella sensazione, quando torni a casa poi è tutto come prima.
Che obiettivi ti sei posto in qusto 2019?
Quello di fare tutte le gare al top, senza obiettivi numerici. So che devo fare bene, è l’anno giusto, la squadra giusta. Dobbiamo lottare per la vittoria a tutte le gare.
Da pilota professionista, cosa ti piace di più e di meno di questo mondo?
La cosa più bella è che non mi è mai stato regalato niente, non ho avuto il papà con tanti soldi che poteva permettermi di fare quello che volevo. Questo mi rende orgoglioso per il poco che finora ho fatto. È tutto meritato.
La parte meno bella forse sono un po’ gli eventi extra a cui partecipo quando torno a casa, che è lo stesso momento in cui vorrei passare un po’ di tempo in famiglia.
Come commenti il nuovo format delle qualifiche?
Ci sono pro e contro. Il difetto è che se c’è una condizione difficile in pista, quelli che fanno la prima sessione di qualifica sono avvantaggiati. Il pregio è che si è in meno piloti e quindi quando entri non c’è nessuno che aspetta tanto, è più facile fare una qualifica migliore. C’è più pressione in questo format, ma a me piace.
Qual è il punto forte del team Snipers?
L’esperienza, ho imparato tanto e lo sto continuando a fare. In tutte le condizioni della pista ci mettiamo meno ad arrivare alla soluzione.
Che rapporto hai con Romano Fenati?
Buono. Quando sono arrivato in questo team mi ha accolto bene, mi ha fatto sentire subito un compagno di squadra. Va molto forte e ci rispettiamo. Ora che siamo nella stessa classe ci confrontiamo e parliamo.
Dallo scorso anno hai un nuovo preparatore fisico, Ivan Lopez, lo stesso di Jorge Lorenzo…
Sì, con lui è un’altra storia. Mi alleno sei ore al giorno, mi sta molto dietro, mi ha aiutato a tenere alta la concentrazione. Ho fatto un grande step mentale grazie a lui. Mi sento meglio perché ho ricevuto una bella fiducia da parte di Jorge e Ivan mi ha fatto crescere tanto.
Con che idolo sei cresciuto?
Quando ero piccolo Valentino Rossi, perché quando mi allenavo il suo era il nome di riferimento. Crescendo però mi sono piaciuti anche Marquez, Lorenzo, non ho un pilota preferito. Ammiro tutti quelli che hanno talento e che hanno fatto la storia del motociclismo. L’aggressività di Marquez, la guida di Jorge, sono aspetti che mi emozionano.
Il sogno della vita?
Vincere la MotoGP. Mi vorrei vedere lì davanti, ma punto comunque a vincere un titolo a livello mondiale.
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