Marco Simoncelli: dieci anni dopo, nella sua Misano
Nel decennale della scomparsa del Sic la MotoGP fa tappa proprio sul tracciato che porta il suo nome: è il modo migliore per ricordarlo, tra storie di motori e colline che raccontano il modo di vivere spensierato del campione di Coriano
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A Misano di solito si corre a fine estate e così non è mai successo che il 23 ottobre cadesse nel weekend della gara romagnola. La MotoGP in quel periodo è generalmente impegnata nel “trittico” asiatico, la serie di gran premi che porta il motomondiale in Oriente, Malesia compresa. Eppure, per uno scherzo del calendario in tempi di pandemia, a Sepang quest'anno non si corre e il decennale della scomparsa di Marco Simoncelli si celebra proprio sul circuito che porta il suo nome.
Il posto giusto
Il Sic se ne è andato quando era lontano migliaia di chilometri da casa, una sfumatura di dolore in più per i suoi cari: a distanza di dieci anni da quel terribile weekend strappa un sorriso potere ricordare Marco nella sua terra, qui dove la sua memoria è più viva e leggera che in ogni altro luogo.
A Misano Adriatico non c'è solo una pista: curve e rettilinei sembrano quasi strabordare dal circuito, per fondersi con quelle strade di collina cariche di passione. Basta una manata di gas per arrivare a Coriano, a casa sua, e poi ancora più in là, in quella Tavullia di Vale, l'amico di tanti momenti belli vissuti insieme.
E proprio Rossi lo ha salutato in un video per Dorna: “uno dei miei ricordi più belli è di un giorno che sono andato a casa sua con il furgone, abbiamo mangiato una carbonara fatta da sua mamma e poi siamo andati a fare motocross insieme. È stato bello, perché eravamo solo io e lui”. E il destino sembra avere accennato qualche ricamo dei suoi in questo fine settimana, perché questo sabato cade proprio nell'ultimo weekend casalingo di Valentino come pilota di MotoGP, in una festa gialla un po' appannata di malinconia, un po' nebbiosa come certe mattine romagnole, in questo periodo.
Domande senza risposta
Marco era classe 1987, oggi avrebbe 34 anni e sarebbe probabilmente avviato verso la fase finale della sua carriera. In molti si sono chiesti e si continuano a chiedere dove sarebbe potuto arrivare: ci sono gli estimatori più convinti, che lo hanno predetto campione del mondo della MotoGP già al tempo, e chi ha evitato le fughe in avanti, ben sapendo che Marco si stava confrontando con i piloti più forti di un'epoca. I suoi avversari erano innanzitutto Valentino, Stoner, Pedrosa, Lorenzo, un quartetto che al tempo sarebbe bastato a far arrivare quinto chiunque. Invece il Sic riusciva ormai sempre più spesso a inserirsi in mezzo a loro: nelle ultime quattro gare corse era arrivato tre volte quarto e in Australia aveva agguantato addirittura un secondo posto umido e geniale, battendo Dovizioso. Andrea era della sua stessa generazione, le prime loro battaglie avevano origine addirittura ai tempi delle mini moto.
Momenti che restano
Non si saprà mai dove sarebbe potuto arrivare Marco, ma quello che ha fatto rimane e non è poco: a livello sportivo ci sono un titolo mondiale della 250 con la Gilera nel 2008, 14 vittorie, alcuni duelli indimenticabili. Chi si stufa di guardare l'ultimo giro del gran premio d'Italia del 2009? E dire che la gara è stata poi vinta da Mattia Pasini in volata, ma è difficile trovare un abbraccio più sincero di quello che si è visto nel parco chiuso del Mugello tra i due amici.
D'altronde, dove c'era Marco c'era allegria, e questo aspetto che va oltre lo sport continua a far girare il suo motore anche dieci anni dopo la scomparsa del Sic: le provocazioni bonarie agli spagnoli, i sorrisoni davanti alla telecamera, quei capelli da cantante rock anni '80 e il portamento un po' da Pippo non smettono mai di divertire. Il 58 è stato ritirato in suo onore, ma molto di Marco è ancora in circolo nel paddock: oggi c'è un team nel mondiale che papà Paolo porta avanti con grande passione, una fondazione che si occupa di fare del bene per molti ragazzi e che conta molto sul lavoro di Kate, la sua fidanzata del tempo.
Il 23 ottobre non potrà mai essere un giorno spensierato per chi ama le moto; ma dieci anni dopo non ci si deve solo rifugiare nei ricordi belli, perché il nome di Marco è più che mai vivo nel presente di questo mondiale, che fa tappa sulla “sua” pista.
Il posto giusto
Il Sic se ne è andato quando era lontano migliaia di chilometri da casa, una sfumatura di dolore in più per i suoi cari: a distanza di dieci anni da quel terribile weekend strappa un sorriso potere ricordare Marco nella sua terra, qui dove la sua memoria è più viva e leggera che in ogni altro luogo.
A Misano Adriatico non c'è solo una pista: curve e rettilinei sembrano quasi strabordare dal circuito, per fondersi con quelle strade di collina cariche di passione. Basta una manata di gas per arrivare a Coriano, a casa sua, e poi ancora più in là, in quella Tavullia di Vale, l'amico di tanti momenti belli vissuti insieme.
E proprio Rossi lo ha salutato in un video per Dorna: “uno dei miei ricordi più belli è di un giorno che sono andato a casa sua con il furgone, abbiamo mangiato una carbonara fatta da sua mamma e poi siamo andati a fare motocross insieme. È stato bello, perché eravamo solo io e lui”. E il destino sembra avere accennato qualche ricamo dei suoi in questo fine settimana, perché questo sabato cade proprio nell'ultimo weekend casalingo di Valentino come pilota di MotoGP, in una festa gialla un po' appannata di malinconia, un po' nebbiosa come certe mattine romagnole, in questo periodo.
Domande senza risposta
Marco era classe 1987, oggi avrebbe 34 anni e sarebbe probabilmente avviato verso la fase finale della sua carriera. In molti si sono chiesti e si continuano a chiedere dove sarebbe potuto arrivare: ci sono gli estimatori più convinti, che lo hanno predetto campione del mondo della MotoGP già al tempo, e chi ha evitato le fughe in avanti, ben sapendo che Marco si stava confrontando con i piloti più forti di un'epoca. I suoi avversari erano innanzitutto Valentino, Stoner, Pedrosa, Lorenzo, un quartetto che al tempo sarebbe bastato a far arrivare quinto chiunque. Invece il Sic riusciva ormai sempre più spesso a inserirsi in mezzo a loro: nelle ultime quattro gare corse era arrivato tre volte quarto e in Australia aveva agguantato addirittura un secondo posto umido e geniale, battendo Dovizioso. Andrea era della sua stessa generazione, le prime loro battaglie avevano origine addirittura ai tempi delle mini moto.
Momenti che restano
Non si saprà mai dove sarebbe potuto arrivare Marco, ma quello che ha fatto rimane e non è poco: a livello sportivo ci sono un titolo mondiale della 250 con la Gilera nel 2008, 14 vittorie, alcuni duelli indimenticabili. Chi si stufa di guardare l'ultimo giro del gran premio d'Italia del 2009? E dire che la gara è stata poi vinta da Mattia Pasini in volata, ma è difficile trovare un abbraccio più sincero di quello che si è visto nel parco chiuso del Mugello tra i due amici.
D'altronde, dove c'era Marco c'era allegria, e questo aspetto che va oltre lo sport continua a far girare il suo motore anche dieci anni dopo la scomparsa del Sic: le provocazioni bonarie agli spagnoli, i sorrisoni davanti alla telecamera, quei capelli da cantante rock anni '80 e il portamento un po' da Pippo non smettono mai di divertire. Il 58 è stato ritirato in suo onore, ma molto di Marco è ancora in circolo nel paddock: oggi c'è un team nel mondiale che papà Paolo porta avanti con grande passione, una fondazione che si occupa di fare del bene per molti ragazzi e che conta molto sul lavoro di Kate, la sua fidanzata del tempo.
Il 23 ottobre non potrà mai essere un giorno spensierato per chi ama le moto; ma dieci anni dopo non ci si deve solo rifugiare nei ricordi belli, perché il nome di Marco è più che mai vivo nel presente di questo mondiale, che fa tappa sulla “sua” pista.
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