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Moto3, intervista a Celestino Vietti: “Realizzo un sogno correndo in Moto3, ma non lascio la scuola”

Moto3 news - Classe 2001, Celestino Vietti Ramus veste i colori dello Sky Racing Team VR46 nella classe minore del Motomondiale, dove ha già conquistato tre podi. Abbiamo potuto fare due chiacchiere con lui nella cornice del circuito di Assen, dove ci ha raccontato la sua passione per le moto, come tutto è iniziato e cosa significhi per lui fa parte della VR46 Riders Academy
Un animale da gara
Celestino Vietti Ramus è uno dei nomi più promettenti del vivaio italiano e infatti non è un caso che Valentino Rossi l’abbia voluto nella sua VR46 Riders Academy. Da quest’anno il torinese fa coppia con Dennis Foggia nello Sky Racing Team VR46, con cui ha già conquistati tre podi in undici gare, e la nostra Serena Zunino l’ha intervistato ad Assen. Il 17enne le ha raccontato il sapore del podio, i suoi obiettivi e com’è arrivato fin qui.

Che bilancio fai finora della tua esperienza nel Motomondiale?
È stato un inizio molto positivo, abbiamo fatto delle belle gare. Siamo cresciuti molto, ma ci sono ancora tanti punti da migliorare e tanto su cui lavorare per arrivare a stare con i migliori sempre.

Cosa devi migliorare?
Principalmente le mie prestazioni nelle prove libere e l’approccio alle giornate di venerdì e sabato. Di solito siamo un pelo indietro rispetto agli altri. Poi la domenica riusciamo ad arrivare, ma partendo indietro è sempre più difficile.

Qual è il tuo punto forte?
Non vado male in frenata, ma non credo di essere il migliore della Moto3 in questo. Credo che il mio pregio sia la capacità di restare calmo e freddo nelle situazioni un po’ più difficili.

Hai avuto un inizio molto buono, questo ti ha portato molta pressione?
No, provo a mettermene il meno possibile. Sicuramente con un inizio così ho attirato molto l'attenzione, tante persone si aspettano tanto da me. Io cerco sempre di essere gentile con tutti, ma di non pensare troppo a quello che mi dicono. Inoltre sono in un team ufficiale, ho tanta visibilità qui, ci sono i pro e i contro.

Com’è il mondiale?
È una realtà che mi piace molto, è un sogno che avevo fin da piccolo. Per me essere qui è un desiderio che si realizza. È iniziato tutto per gioco con lui (indica suo papà, alle sue spalle, ndr) nel cortile di casa. È una grande emozione per tutta la mia famiglia, cerco di tenerla molto stretta e di assimilare più cose possibili.

Come hai iniziato?
Mio papà mi aveva comprato una moto a tre ruote, ho chiesto di avere quella a due ruote e mi ha detto: “Quando imparerai ad andare in bici te la compro”. Così in un pomeriggio mi sono messo lì e ho imparato subito, e poi sono stato accontentato. Da quel momento ho iniziato ad andare qualche volta in pista, poi mi ha visto Enrico Ferro della Polini, mi ha portato sulle minimoto e poi sono arrivati i campionati italiani. Mi sono sempre piaciute le gare, sono sempre stato un po’ competitivo. Se cadevo mi arrabbiavo.

Che obiettivi hai in questo 2019?
Vincere il titolo di “rookie of the year” e fare tanta esperienza. Imparare le piste, migliorare nei punti deboli, per arrivare il prossimo anno con un pacchetto più completo e solido e puntare in alto.

È giusto definirti “animale da gara”?
Adesso come adesso sì, alla fine abbiamo sempre fatto la differenza in gara. È una cosa bella, ma spero di arrivare presto a stare nelle prime posizioni già dalle prove.

Che sapore ha il podio?
Speciale, è una cosa che quest’anno non avrei pensato di assaporare. Lo scorso anno in Australia il podio è arrivato grazie ad un insieme di fattori, e a qualche errore di qualcuno. Quest’anno essere in alcuni momenti così concreto è ancora più bello.

Frequenti la scuola meccanica, hai finito il quarto anno, come mai hai deciso di non accantonare la scuola?
In primis ormai avevo fatto fino alla terza e mancava poco alla fine. Poi perché così faccio contenta mia mamma. Comunque non si sa mai come vanno le moto, dovesse finire questo sogno posso andare a lavorare in officina con mio papà. Meglio sempre avere il diploma.

Che effetto fa far parte della VR46 Riders Academy?
Anche questo è un altro sogno che si realizza. Valentino è sempre stato il mio idolo. Quando è nata l’Academy ci ho pensato e quando sono andato a firmare il contratto è stata una giornata speciale.

Per te andare in moto vuol dire?
Fare ciò che mi piace da quando sono nato. Quando sono in sella stacco la mente, elimino tutti i pensieri e mi sento libero.

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