Intervista a Carmelo Ezpeleta: “Spero che Aprilia perda al più presto le concessioni"
MotoGP news - Siamo nuovamente alla vigilia di una nuova stagione, che scatterà domenica 6 marzo dal circuito del Qatar, e il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta ci ha concesso un'intervista esclusiva in cui ha parlato dei valori in pista, dell'addio di Valentino Rossi, del nuovo fenomeno Pedro Acosta e della sua carriera al verice del motorismo mondiale
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Il boss della MotoGP
Domenica 6 marzo dal circuito di Losail, in Qatar, inizierà una nuova stagione di MotoGP e prima di partire il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta ha toccato diversi argomenti. La nostra Serena Zunino ha fatto una lunga chiacchierata con il dirigente spagnolo che ha parlato tra le altre cose del calendario attuale, dell'addio di Valentino Rossi, e anche dei temi più freschi riguardanti la categoria regina.
Questo 2022 sarà il primo anno di MotoGP senza Valentino Rossi, che impatto avrà la sua assenza?
Non lo so, e spero non intacchi molto la MotoGP. Valentino è stato cruciale per noi per tanti anni, ha avvicinato al nostro mondo persone che prima non si erano mai interessate, ma penso che questa gente, o la maggioranza, continui a non essere interessata alla MotoGP. Non possiamo farci niente, preferiamo guardare avanti e fare le cose come ci aspettiamo che siano.
Chi sarà il prossimo Valentino Rossi?
Nessuno. La MotoGP non ha bisogno di questo, ha una storia lunga dal 1949 con e senza Valentino Rossi, quindi non cerchiamo di trovare un altro come lui. Si può puntare su un eroe speciale, ma Valentino è stato Valentino perché tutti gli altri che hanno lottato con lui erano bravi e tra tutti hanno fatto grandi cose nel motociclismo. Non è una nostra idea cercare un altro Valentino.
Qual è il ricordo più bello che ha con lui?
Ne ho molti. Uno speciale riguarda la sua vittoria a Welkom con la Yamaha nel 2004. Ma anche dal punto di vista del campionato Valentino Rossi è stato cruciale per creare la Grand Prix Commission, questa è stata una mossa importantissima.
Guardando alla griglia di partenza 2022, c’è un pilota che le dà più curiosità?
Non ho mai scommesso su nessuno. Tutti i 24 piloti sono molto bravi. Il mio desiderio è che tutti vadano bene. In trent’anni non ho mai avuto favoritismi per nessuno e questo continuerà a essere tale.
Prima che inizi il campionato, è arrivata la notizia del rinnovo tra Bagnaia e Ducati, cosa ne pensa?
Mi sembrava logico. Pecco è stato soprattutto l’anno scorso in una condizione molto buona. Ritengo che fosse una cosa normale.
Tra le sei Case costruttrici Honda ha portato una moto piuttosto rinnovata nei test.
Sembra abbiano lavorato molto. Ho sentito sia Marc (Marquez) sia Pol (Espargarò) ma anche Alex Marquez, tutti sono contenti della nuova moto. Con il talento di quattro piloti, la Honda avrà una moto molto competitiva.
Parlando sempre dei test, Fabio Quartararo si è un po’ “lamentato” della potenza della sua Yamaha M1.
Questo è solo l’inizio della stagione. Sono commenti che si fanno all’inizio, ma il secondo test in Indonesia l’ha chiuso in seconda posizione. Quindi penso che Fabio e la Yamaha saranno anche loro davanti. I distacchi sono molto ridotti, quindi tutte le moto sono molto competitive e tra queste mi aspetto anche le Aprilia.
Aprilia è l’unica marca che ha ancora le concessioni, e quest’anno si presenta con Aleix Espargarò e Maverick Vinales. Cosa ne pensa?
Il mio desiderio è che tutti perdano le concessioni, com’è successo finora. Devo ricordare che le concessioni sono state introdotte grazie alla generosità di Honda e Yamaha, che hanno permesso che Ducati, che all’epoca era il terzo contendente, avesse le concessioni. Successivamente sono arrivate Suzuki, KTM, e ora manca Aprilia, mi aspetto che le perdano presto.
Già quest’anno?
L’anno scorso Aleix ha già fatto un podio. Spero che siano capaci di essere nelle stesse condizioni degli altri, questo vorrebbe dire che la moto è competitiva.
Quest’anno torna Ana Carrasco in Moto3, come commenta la notizia?
Sono felice del suo ritorno. È importante. Ho sempre pensato che nel motociclismo le donne siano in condizione di lottare contro gli uomini. Ana è fortissima, come lo è anche stata Maria Herrera. Non è una questione fisica, ma di numero di persone che partecipano. Loro sono bravissime. Entrano in un campionato che è molto sviluppato e penso che dobbiamo essere pazienti con Ana. Arriva da un campionato completamente diverso, con una moto meno performante e più pesante. È una bellissima notizia che torni a competere in Moto3.
Pensa che arriverà mai una donna in MotoGP?
È una questione di numeri. Se partecipa solo una donna in Moto3, dobbiamo puntare molto su di lei perché sia bravissima in Moto3 e poi in Moto2. Sono sicuro che se qualsiasi donna è veloce in qualunque categoria, ha più opportunità che qualsiasi uomo nella stessa condizione.
L’anno scorso è esploso il fenomeno Pedro Acosta, è il nuovo Marc Marquez?
Acosta è stato bravissimo ed è stato veloce anche nei test a Jerez e Portimao, ma in tutto ciò dobbiamo ricordare che l’anno scorso ha vinto il campionato alla penultima gara. Non voglio dare a Pedro più pressione di quella che ha. Il campionato del mondo è molto difficile, non sono nessuno per dirgli che non è bravo, ma dobbiamo lasciarlo tranquillo. Se non vincerà sarà perché deve imparare. Spero che le cose vadano bene a lui, come lo auguro a tutti, ma con tranquillità.
Quest’anno il calendario è composta da 21 Gran Premi, un numero importante dato che siamo ancora in piena pandemia.
L’accordo con i team e le Case è di non superare il numero di 22 GP fino al 2026 incluso. La MotoGP, che sta crescendo molto, viene richiesta in più parti del mondo e questo ci obbligherà a fare una rotazione in futuro dei GP della penisola iberica, ma è normale. Il campionato deve crescere. Quando abbiamo cominciato nel 1992 c’erano 13 appuntamenti e ora ne facciamo otto in più ed è praticamente un’altra stagione. Questa è la conseguenza del successo della MotoGP e soprattutto per cercare di coprire una parte importante dell’anno. Adesso siamo stati senza attività per tre mesi e non è buono per uno sport che sparisca dal mondo mediatico per così tanto tempo.
Pensa che si faranno tutti i 21 Gran Premi in programma?
Sì, non ho alcuna ragione adesso per non pensarlo.
L’unico circuito nuovo per i piloti sarà quello della Finlandia.
Prima della pandemia c’era stato un test con i collaudatori. L’opinione era stata abbastanza buona. Poi l’altra novità è stata l’Indonesia, abbiamo fatto l’ultimo round di SBK l’anno scorso e tre giorni di test quest’anno in MotoGP. C’è stata qualche difficoltà con l’asfalto, che sarà rinnovato prima del Gran Premio. Praticamente il resto sono tutti conosciuti.
Cosa lo rende più orgoglioso del suo lavoro?
Il lavoro di tutta la gente che rende possibile la MotoGP, riuscendo a combinare i diversi interessi, e che tutto il mondo capisca che è importante fare le cose nel miglior modo possibile, dando il massimo.
Qual è stato un momento importante della sua carriera?
Ricordo l’apparizione della MotoGP, dei quattro tempi, all’inizio è stata una mossa importante. Come il passaggio da 250 a Moto2 o da 125 a Moto3. Ricordo le prime apparizioni delle moto a quattro tempi. Era una questione importantissima e ricordo la presentazione di una Petronas con telaio Harris che è stata presentata a Sepang, poi la prima volta che abbiamo visto la Yamaha in Barcellona. Il cambiamento grosso dei regolamenti di MotoGP, Moto2, Moto3.
Quale sarà il prossimo aspetto da migliorare?
La sicurezza, soprattutto, continuare a lavorare perché sia in continuo miglioramento. Per noi è la cosa più importante. E in secondo luogo fare una buona politica di comunicazione per far sì che la MotoGP sia ogni volta più importante nel mondo.
A livello di layout c’è un circuito che lei preferisce?
È la stessa questione dei piloti. (sorride) Sono tutti bellissimi, dal mio punto di vista. Non mi dimentico mai di ringraziare tutti perché fanno uno sforzo incredibile, ogni volta in ogni circuito per fare un evento importantissimo per noi e per loro. Pertanto non sarebbe giusto dire uno piuttosto che un altro.
Domenica 6 marzo dal circuito di Losail, in Qatar, inizierà una nuova stagione di MotoGP e prima di partire il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta ha toccato diversi argomenti. La nostra Serena Zunino ha fatto una lunga chiacchierata con il dirigente spagnolo che ha parlato tra le altre cose del calendario attuale, dell'addio di Valentino Rossi, e anche dei temi più freschi riguardanti la categoria regina.
Questo 2022 sarà il primo anno di MotoGP senza Valentino Rossi, che impatto avrà la sua assenza?
Non lo so, e spero non intacchi molto la MotoGP. Valentino è stato cruciale per noi per tanti anni, ha avvicinato al nostro mondo persone che prima non si erano mai interessate, ma penso che questa gente, o la maggioranza, continui a non essere interessata alla MotoGP. Non possiamo farci niente, preferiamo guardare avanti e fare le cose come ci aspettiamo che siano.
Chi sarà il prossimo Valentino Rossi?
Nessuno. La MotoGP non ha bisogno di questo, ha una storia lunga dal 1949 con e senza Valentino Rossi, quindi non cerchiamo di trovare un altro come lui. Si può puntare su un eroe speciale, ma Valentino è stato Valentino perché tutti gli altri che hanno lottato con lui erano bravi e tra tutti hanno fatto grandi cose nel motociclismo. Non è una nostra idea cercare un altro Valentino.
Qual è il ricordo più bello che ha con lui?
Ne ho molti. Uno speciale riguarda la sua vittoria a Welkom con la Yamaha nel 2004. Ma anche dal punto di vista del campionato Valentino Rossi è stato cruciale per creare la Grand Prix Commission, questa è stata una mossa importantissima.
Guardando alla griglia di partenza 2022, c’è un pilota che le dà più curiosità?
Non ho mai scommesso su nessuno. Tutti i 24 piloti sono molto bravi. Il mio desiderio è che tutti vadano bene. In trent’anni non ho mai avuto favoritismi per nessuno e questo continuerà a essere tale.
Prima che inizi il campionato, è arrivata la notizia del rinnovo tra Bagnaia e Ducati, cosa ne pensa?
Mi sembrava logico. Pecco è stato soprattutto l’anno scorso in una condizione molto buona. Ritengo che fosse una cosa normale.
Tra le sei Case costruttrici Honda ha portato una moto piuttosto rinnovata nei test.
Sembra abbiano lavorato molto. Ho sentito sia Marc (Marquez) sia Pol (Espargarò) ma anche Alex Marquez, tutti sono contenti della nuova moto. Con il talento di quattro piloti, la Honda avrà una moto molto competitiva.
Parlando sempre dei test, Fabio Quartararo si è un po’ “lamentato” della potenza della sua Yamaha M1.
Questo è solo l’inizio della stagione. Sono commenti che si fanno all’inizio, ma il secondo test in Indonesia l’ha chiuso in seconda posizione. Quindi penso che Fabio e la Yamaha saranno anche loro davanti. I distacchi sono molto ridotti, quindi tutte le moto sono molto competitive e tra queste mi aspetto anche le Aprilia.
Aprilia è l’unica marca che ha ancora le concessioni, e quest’anno si presenta con Aleix Espargarò e Maverick Vinales. Cosa ne pensa?
Il mio desiderio è che tutti perdano le concessioni, com’è successo finora. Devo ricordare che le concessioni sono state introdotte grazie alla generosità di Honda e Yamaha, che hanno permesso che Ducati, che all’epoca era il terzo contendente, avesse le concessioni. Successivamente sono arrivate Suzuki, KTM, e ora manca Aprilia, mi aspetto che le perdano presto.
Già quest’anno?
L’anno scorso Aleix ha già fatto un podio. Spero che siano capaci di essere nelle stesse condizioni degli altri, questo vorrebbe dire che la moto è competitiva.
Quest’anno torna Ana Carrasco in Moto3, come commenta la notizia?
Sono felice del suo ritorno. È importante. Ho sempre pensato che nel motociclismo le donne siano in condizione di lottare contro gli uomini. Ana è fortissima, come lo è anche stata Maria Herrera. Non è una questione fisica, ma di numero di persone che partecipano. Loro sono bravissime. Entrano in un campionato che è molto sviluppato e penso che dobbiamo essere pazienti con Ana. Arriva da un campionato completamente diverso, con una moto meno performante e più pesante. È una bellissima notizia che torni a competere in Moto3.
Pensa che arriverà mai una donna in MotoGP?
È una questione di numeri. Se partecipa solo una donna in Moto3, dobbiamo puntare molto su di lei perché sia bravissima in Moto3 e poi in Moto2. Sono sicuro che se qualsiasi donna è veloce in qualunque categoria, ha più opportunità che qualsiasi uomo nella stessa condizione.
L’anno scorso è esploso il fenomeno Pedro Acosta, è il nuovo Marc Marquez?
Acosta è stato bravissimo ed è stato veloce anche nei test a Jerez e Portimao, ma in tutto ciò dobbiamo ricordare che l’anno scorso ha vinto il campionato alla penultima gara. Non voglio dare a Pedro più pressione di quella che ha. Il campionato del mondo è molto difficile, non sono nessuno per dirgli che non è bravo, ma dobbiamo lasciarlo tranquillo. Se non vincerà sarà perché deve imparare. Spero che le cose vadano bene a lui, come lo auguro a tutti, ma con tranquillità.
Quest’anno il calendario è composta da 21 Gran Premi, un numero importante dato che siamo ancora in piena pandemia.
L’accordo con i team e le Case è di non superare il numero di 22 GP fino al 2026 incluso. La MotoGP, che sta crescendo molto, viene richiesta in più parti del mondo e questo ci obbligherà a fare una rotazione in futuro dei GP della penisola iberica, ma è normale. Il campionato deve crescere. Quando abbiamo cominciato nel 1992 c’erano 13 appuntamenti e ora ne facciamo otto in più ed è praticamente un’altra stagione. Questa è la conseguenza del successo della MotoGP e soprattutto per cercare di coprire una parte importante dell’anno. Adesso siamo stati senza attività per tre mesi e non è buono per uno sport che sparisca dal mondo mediatico per così tanto tempo.
Pensa che si faranno tutti i 21 Gran Premi in programma?
Sì, non ho alcuna ragione adesso per non pensarlo.
L’unico circuito nuovo per i piloti sarà quello della Finlandia.
Prima della pandemia c’era stato un test con i collaudatori. L’opinione era stata abbastanza buona. Poi l’altra novità è stata l’Indonesia, abbiamo fatto l’ultimo round di SBK l’anno scorso e tre giorni di test quest’anno in MotoGP. C’è stata qualche difficoltà con l’asfalto, che sarà rinnovato prima del Gran Premio. Praticamente il resto sono tutti conosciuti.
Cosa lo rende più orgoglioso del suo lavoro?
Il lavoro di tutta la gente che rende possibile la MotoGP, riuscendo a combinare i diversi interessi, e che tutto il mondo capisca che è importante fare le cose nel miglior modo possibile, dando il massimo.
Qual è stato un momento importante della sua carriera?
Ricordo l’apparizione della MotoGP, dei quattro tempi, all’inizio è stata una mossa importante. Come il passaggio da 250 a Moto2 o da 125 a Moto3. Ricordo le prime apparizioni delle moto a quattro tempi. Era una questione importantissima e ricordo la presentazione di una Petronas con telaio Harris che è stata presentata a Sepang, poi la prima volta che abbiamo visto la Yamaha in Barcellona. Il cambiamento grosso dei regolamenti di MotoGP, Moto2, Moto3.
Quale sarà il prossimo aspetto da migliorare?
La sicurezza, soprattutto, continuare a lavorare perché sia in continuo miglioramento. Per noi è la cosa più importante. E in secondo luogo fare una buona politica di comunicazione per far sì che la MotoGP sia ogni volta più importante nel mondo.
A livello di layout c’è un circuito che lei preferisce?
È la stessa questione dei piloti. (sorride) Sono tutti bellissimi, dal mio punto di vista. Non mi dimentico mai di ringraziare tutti perché fanno uno sforzo incredibile, ogni volta in ogni circuito per fare un evento importantissimo per noi e per loro. Pertanto non sarebbe giusto dire uno piuttosto che un altro.
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