I campioni della MotoGP: Fabio Quartararo, l'erede di Valentino
Il francese ha preso la moto che era di Rossi e l'ha portata al titolo nel 2021. Talento precoce, è arrivato al mondiale con la fama di predestinato, ma ha faticato nelle categorie minori, prima di esplodere in classe regina

Nei primi 18 anni della MotoGP ci sono stati solo 5 campioni del mondo, ben 3 diversi invece nelle ultime 3 stagioni. Uno di questi è Fabio Quartararo: nel 2021 ha coronato il sogno inseguito tanto a lungo, anche se lo scorso anno ha invece mancato il bis per via di una stagione iniziata molto bene ma compromessa dall'incredibile rimonta di Pecco Bagnaia.
La pressione del predestinato
Quartararo arriva al motomondiale nel 2015, fa il suo esordio grazie a una deroga che gli permette di scendere in pista anche se non ha ancora 16 anni compiuti. La sua fama lo ha preceduto: è stato vincitore infatti per due anni di fila del CEV, il campionato velocità spagnolo con validità di “mondiale junior”. In Moto3 però le cose non vanno proprio benissimo: conquista uno strepitoso secondo posto alla sua seconda gara dell'anno, ma poi va avanti tra alti e bassi e a fine anno lascia Honda per KTM. Niente da fare: la sua seconda stagione è da dimenticare e ancora una volta El Diablo cambia, scegliendo il salto di categoria in Moto2. Il primo anno con il team Pons non sarà però da ricordare ed è invece Luca Boscoscuro che “salva” la sua carriera, portandolo in Speed Up quando un po' tutti ormai hanno perso interesse in un talento considerato sopravvalutato. Nella squadra italiana Fabio vince e convince, e a fine anno coglie l'occasione della vita.
La Yamaha nel segno
Per il 2019 Iwata si trova a dovere schierare un nuovo team, dal momento che Hervé Poncharal passa a KTM. Petronas ci mette i soldi e un pilota, Franco Morbidelli, ma manca la seconda guida. Razlan Razali decide di puntare sul giovane francese, che in fondo ha appena 20 anni e vale una scommessa. La stagione che Quartararo mette insieme è da sogno: pole position alla quarta gara (saranno 6 a fine anno), 7 podi e tanti arrivi davanti ai due ufficiali Yamaha (Valentino Rossi e Maverick Vinales, non proprio gli ultimi arrivati). Ma per il 2020 le squadre sono già fatte e Fabio deve restare in Petronas.
L'inizio del 2020 è da sogno: 2 vittorie nelle prime 2 gare e un campionato che sembra già in cassaforte. Non sarà così però, con l'amara beffa di un finale di stagione da dimenticare. Il francese si avvita in una spirale di scarsi risultati e feeling smarrito con la sua M1. Joan Mir ne approfitta e rimonta, per poi conquistare il titolo a Valencia.
Una grande rivincita
Il 2021 inizia con il passaggio al team factory e la consapevolezza di dovere crescere sul piano della tenuta mentale. Fabio non delude: con 5 pole position consecutive mostra a tutti la propria velocità, con 4 vittorie nella prima metà di stagione consolida il primato in classifica. Gli avversari sono in ritardo nel recuperare e nonostante i noti limiti di motore della M1, Fabio riesce a chiudere il campionato già a Misano, con due gare d'anticipo sul finale di stagione.
Prigioniero di Yamaha
Il 2022 è cronaca recente, e forse in questo inverno El Diablo si sta rammaricando di avere messo troppo presto una firma sul rinnovo biennale con Iwata. Ma non è che le alternative fossero poi molte: Honda in questo momento non ha una moto competitiva, Ducati non avrebbe probabilmente voluto pagare un contratto così oneroso, KTM è indietro nello sviluppo. Fabio deve fidarsi delle promesse dei giapponesi, che da anni lavorano a un motore migliore, ma continuano a faticare. E se non ci sarà un deciso passo in avanti in termini di prestazioni, il mondiale vinto da Fabio rischia di rimanere un caso più unico che raro.