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Intervista a Petrucci: “Con Iannone una bella rivalità”

Dopo i primi  round disputati di Superbike il ternano contava un podio e tanta fiducia. Ecco cosa ci ha raccontato qualche giorno prima dell'incidente di cui è stato vittima

"Mi piacerebbe andare a oltranza come ai rigori nei Mondiali di calcio"
 

Danilo Petrucci è un veterano delle corse, ha debuttato in MotoGP nel 2012 e dopo aver disputato una Dakar e una stagione di AMA Superbike oltreoceano, quest’anno è alla sua seconda stagione in Superbike, con il team Barni. L’inizio è stato buono e qualche giorno fa ci ha spiegato quali erano i suoi obbiettivi, purtroppo poi è stato vittima di una bruttissima caduta durante un allenamento con la moto da cross. 

Che inizio è stato? In linea con le tue aspettative?
Abbastanza. Sicuramente si è alzato tanto il livello, sono arrivati nuovi piloti e sono cambiate tante scuderie e questo ha fatto sì che è ancora più difficile fare la differenza. Conta sempre di più l’ordine di partenza, quindi la qualifica. Contano molto i primi due giri, ma devo dire che nelle gare disputate è stata una questione di eventi. Eravamo veloci, ma non ero riuscito a partire nelle prime due file. In realtà poi il passo gara era buono. Chiaro che vorrei fare sempre meglio, ma ci sono molti piloti veloci, ed è un attimo passare da fare quarto o quinto a decimo.

Dici che è importante partire davanti, perché?
Perché dopo spendi molta energia a recuperare sulle gomme. Quest’anno mi è successo a Barcellona: in Gara1 sono andato a prendere Iannone che era partito meglio, ma avevo finito la gomma e negli ultimi quattro giri ho perso quattro o cinque secondi. Per guadagnare una posizione ne ho perse due. Questo perché si usa di più la gomma nei sorpassi per arrivare davanti. È abbastanza problematico.  

Che stagione possiamo aspettarci in generale?
È bellissima perché non si capisce chi potrà vincere il titolo. Sicuramente è più di uno, c’è tanta battaglia. Mi piacerebbe essere uno di quelli, ma al momento sulla carta non è così. Già essere tra i primi 5 è una cosa che va bene.

Cosa devi sistemare sulla tua Ducati per essere più competitivo?
Devo migliorare nei giri in qualifica. Non sono il mio forte adesso, per come ho cominciato a guidare la Superbike. Per il resto va abbastanza bene, non ci sono cose da sistemare: della moto sono molto contento.

Chi sono i piloti da battere?
Alvaro Bautista perché è il campione del mondo, ma vedo molto bene anche Toprak Razgatlioglu e Nicolò Bulega. Difficile dire chi di loro andrà più forte. Anche Andrea Locatelli è molto veloce quest'anno, ma i primi tre li vedo particolarmente pericolosi. Poi ci siamo io e Andrea Iannone e sono anche contento che ci sia una rivalità così.

Te lo aspettavi  Iannone così competitivo?
No, pensavo andasse forte ma è veramente diverso da quell’Andrea che ha disputato gli ultimi due anni in MotoGP (2018-19). Gliel’ho anche detto. Adesso è molto più concentrato e motivato. Come ha detto lui si vede che gli hanno tolto quello che gli piaceva fare nella vita. Adesso non lo vuole più perdere e anzi, vuole assolutamente vincere. Sono contento perché la Superbike ha bisogno di essere promossa, non gli manca nulla, e c’è bisogno di personaggi, di battaglie.

A proposito, ora Liberty Media sta acquisendo Dorna. Cosa pensi cambierà, sia in MotoGP sia in SBK?
Immagino cambieranno i Paesi coinvolti nel calendario, si andrà quindi dove adesso non c’è tutta questa tradizione motociclistica. Proveranno magari a rendere la MotoGP più spettacolare, come hanno fatto in Formula 1, ma non penso che la MotoGP ne abbia bisogno. Sono comunque contento di aver visto tutta questa evoluzione di Dorna, Carmelo Ezpeleta (CEO di Dorna) ha fatto moltissimo per le moto in generale. La Superbike è sempre un po’ il brutto anatroccolo, ma quest’anno ho visto che c’è stato più coinvolgimento per esempio dalla televisione tedesca e proprio loro ora hanno un pubblico più ampio. Secondo me tocca che anche gli altri Paesi seguano il loro esempio, mettendola in chiaro e permettendo così a più persone di seguirla.

Siamo alla vigilia del Gran Premio del Texas, pensi che Marc Marquez possa vincere?
Lì è sempre andato molto forte e sicuramente vorrà vincere. Però non so se in questo momento ha ancora perfettamente in mano la Ducati. Ho visto che ha la Ducati Desmosedici GP23 e nelle due gare disputate sul rettilineo non era velocissimo, e ad Austin il rettilineo è molto lungo. Più che altro vedo Pecco (Francesco Bagnaia) e Jorge Martin molto in forma, quindi in questo momento sono loro due i più veloci.

Dopo MotoGP, Dakar, Ama e ora Superbike, a che punto pensi di essere della tua carriera?
Rispetto a come avevo finito la MotoGP, adesso ho molta più voglia di fare le gare, però andando avanti con gli anni conta di più la motivazione che devi trovare nella quotidianità, il sacrificio che fai giorno dopo giorno. Su questo devi essere molto forte.
Mi piacerebbe andare a oltranza come ai rigori nei Mondiali di calcio. Anno per anno ci ragiono su. Vedendo come ho finito l’anno scorso e com’è cominciato quest’anno vorrei provare a fare qualcosa di buono a livello di classifica e essere competitivo. Vedo che i ragazzi che hanno dieci anni meno di me hanno una forza diversa. Già l’anno scorso c’era stato un mezzo approccio per rifare la Dakar. Fino a quando mi diverto in moto, ci vado, poi quando vedrò che è più la fatica del gusto, lascerò perdere. Quando si è davanti hai molti più stimoli.

Cosa vedi nel tuo futuro?
Non lo so, ho cominciato ad avviare altre attività, oltre a quella del pilota, però il motociclismo è quello che mi tiene in vita, che mi fa svegliare, che mi piace. Mi pesa molto il fatto di potermi fare male, quando si invecchia questa è una cosa che senti parecchio, poi dall’altro quando la domenica vedo le gare registrate vorrei farle pure io. Non sono pronto per mollare. Lo ero alla fine dei dieci anni in MotoGP, poi ho pensato che se volevo correre dovevo farlo bene. Mi sono un po’ rimesso in sesto.

Quali sono quelle altre attività di cui parli?
Con un mio amico stiamo lavorando a ristrutturare due bar secondo il nostro gusto. Il bar è ancora una delle poche cose tradizionali in Italia, per quanto non è più quello di una volta, ma è prettamente italiano. È una cosa che sto imparando a fare, la mia prima attività è quella di pilota e spero di farla il più possibile. Anche perché devo dire che è abbastanza brutto lavorare… (ride)

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