Salta al contenuto principale

Nicky Hayden, un campione ancora nel cuore dei tifosi

Kentucky Kid è stato l'ultimo pilota americano a vincere il titolo in MotoGP. A inizio carriera era stato uno dei talenti più importanti della superbike USA, e prima della  tragica scomparsa era tornato a correre tra le derivate di serie nel mondiale

Nicky Hayden, detto anche Kentucky Kid, è stato l'ultimo pilota statunitense a vincere il mondiale in top class, nonché l'unico americano a laurearsi campione in MotoGP ed è anche – sciaguratamente- l'unico iridato non vivente della classe. Hayden ha conquistato il titolo nel 2006, nella famosa gara di Valencia in cui Valentino gettò alle ortiche il successo, ed è scomparso il 22 maggio 2017, in seguito a un incidente stradale in bicicletta.


Gli inizi

Nicky Hayden nasce in una famiglia da corsa: il padre correva e anche i suoi fratelli e le sue sorelle si danno da fare in tenera età (i due fratelli avranno anche una discreta carriera nella superbike americana). Tommy, Jenny, Nicky, Roger e Kathleen sono un piccolo uragano familiare, il futuro campione del mondo è il fratello di mezzo, nato il 30 luglio 1981 a Owensboro, Kentucky, auto proclamatasi capitale mondiale del barbecue. Nicky ha conosciuto la moto all'età di 3 anni, infiniti giri sulla pista di short track sotto gli occhi di papà Earl, titolare di una concessionaria. Dal padre, Nicky eredita il numero 69, il cui significato ufficiale non va ricercato però in allusioni sessuali “Cadevo spesso, e avevo bisogno di un numero che si leggesse anche sotto sopra” è la divertente spiegazione.


La Superbike AMA

Dopo anni divisi tra short track, minimoto, 125cc e scuola, Nicky approda al campionato nazionale superbike nel 1997, seguendo le orme di suo fratello Tommy. Già nel 1999 è campione supersport e ottiene così un ingaggio nella squadra ufficiale Honda per il 2000, ed è subito runner-up dietro a Mat Mladin. Il 2002 è l'anno della consacrazione: successo nella Daytona 200 e titolo sbk. Una vittoria che gli spalanca le porte della MotoGP, alla ricerca disperata di un pilota con la bandiera a stelle e strisce per rinverdire i fasti che furono. Nicky entra dalla porta principale, nel team Repsol Honda, al fianco di Valentino Rossi.


Il tilolo MotoGP

La stagione del debutto non va poi male, con due podi nel finale e il quinto posto in campionato. Nel 2004 e 2005 la squadra subisce il contraccolpo dell'abbandono di Rossi, ma Hayden riesce comunque a conquistare il suo primo successo a Laguna Seca, nella gara di casa.

Il 2006 inizia alla grande: 7 podi nelle prime 8 gare, con una vittoria ad Assen, su una pista tutt'altro che facile. Un successo diventato famoso, per la battaglia tra Nicky e Colin Edwards: il texano lo sorpassa all'ultimo giro, tutti e due vanno larghi. Hayden nella ghiaia, Edwards nell'erba: perde il controllo della sua Yamaha e va a terra, regalando la vittoria all'avversario. Hayden vince ancora a Laguna Seca, nella seconda parte della stagione invece fa più fatica e Valentino invece inizia a ingranare, rimontando nel mondiale. Il momento peggiore arriva all'Estoril, quando il compagno di squadra Dani Pedrosa lo stende in un maldestro tentativo di sorpasso, mentre era terzo. Rossi riesce così a sopravanzarlo in classifica e arriva all'ultimo appuntamento di Valencia con 8 punti di vantaggio. Al Ricardo Tormo succede però quello che in molti ricordano: Rossi cade inspiegabilmente alla terza curva del gran premio, e nonostante un tentativo di rimonta, perde il mondiale. Le immagini di Nicky che fa un burn out infinito mentre porta la bandiera americana diventano perle per gli annali.

Leggi anche: Mick Doohan, dall'inferno ai cinque mondiali consecutivi

Leggi anche: anni 70, 80 e 90, quando il motomondiale parlava americano


Declino, SBK e scomparsa

Hayden non riuscirà a difendere il titolo e nemmeno più a vincere una gara in MotoGP. Corre ancora un paio di stagioni in Honda, poi si sposta in Ducati, ma la moto è un mezzo disastro, dire che sia lui che Rossi faticano è un eufemismo. Nel 2016 lascia la MotoGP per la superbike, rimanendo in Honda. La CBR di quegli anni non è un granché, ma Nicky riesce comunque a vincere una gara e a piazzarsi quinto in campionato. L'anno successivo inizia un po' in calando, ma nessuno può immaginare che Nicky non terminerà il campionato.

Il 17 maggio, pochi giorni dopo il round di Imola, rimane coinvolto in un incidente stradale durante un'uscita in bicicletta nella zona artigianale di Misano Adriatico. In base alle ricostruzioni, Hayden non si sarebbe fermato ad uno stop e si sarebbe immesso sulla strada provinciale per attraversarla, incurante dell'auto che sopraggiungeva. La macchina lo travolge. Gravemente ferito (con un vasto edema cerebrale diffuso e varie fratture dorsali), viene portato all'ospedale Bufalini di Cesena, dove il pilota americano si spegne il 22 maggio, dopo cinque giorni trascorsi in coma. Un paio di settimane dopo, al gran premio d'Italia del Mugello, la folla e i piloti commossi gli tributano un ricordo sentitissimo, per un pilota e un ragazzo sempre gentile e sorridente, un vero carattere d'oro, oltre che un vero campione.

Leggi altro su:
Aggiungi un commento