Terremoto Giappone: ferma la produzione Honda, Toyota e Bridgestone
La tragedia abbattutasi sull’isola giapponese di Kyushu ha causato la morte di decine di persone e il ferimento di oltre un migliaio di abitanti. Strade e edifici distrutti hanno inoltre obbligato Honda, Bridgestone e Toyota ad interrompere la produzione negli stabilimenti operanti sull’isola
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Honda, Bridgestone e Toyota ferme
I violenti terremoti che hanno colpito tra giovedì e sabato il Giappone hanno causato ingenti danni, centinaia di dispersi e decine di vittime. Di magnitudo 6,5, la prima scossa è stata registrata sull’isola di Kyushu intorno alle 21:26 di giovedì, seguita poi, nella giornata di sabato, da una ancora più violenta di magnitudo 7,3, che ha distrutto molti edifici e reso impraticabili le strade. La situazione d’emergenza, unitamente all’impossibilità di accedere a molti dei servizi pubblici, strade e trasporti in primis, ha obbligato molte delle aziende operanti sull’isola ad interrompere le attività. Tra queste anche Honda, Toyota e Bridgestone. La Casa di Hamamatsu ha infatti deciso di sospendere la produzione nel suo impianto di Ozu, a Kumamoto: "Ci vorrà del tempo prima che la produzione possa essere ripresa al 100%” ha spiegato un funzionario dell’azienda. Nella Prefettura di Fukuoka, anche tre stabilimenti produttivi Toyota che, come Honda, s’è vista costretta a interrompere le attività: già venerdì, due stabilimenti dei tre totali avevano ripreso le operazioni, nuovamente interrotti dal secondo sisma di sabato. Stessa cosa per Bridgestone che, operante sull’isola con uno stabilimento a Kumamoto, ha sospeso la produzione. Tuttavia, nella giornata di martedì 19 aprile l’aeroporto di Kumamoto - gravemente danneggiato dall’ultima scossa di sabato - è stato riaperto, permettendo così la ripresa del traffico commerciale.
I violenti terremoti che hanno colpito tra giovedì e sabato il Giappone hanno causato ingenti danni, centinaia di dispersi e decine di vittime. Di magnitudo 6,5, la prima scossa è stata registrata sull’isola di Kyushu intorno alle 21:26 di giovedì, seguita poi, nella giornata di sabato, da una ancora più violenta di magnitudo 7,3, che ha distrutto molti edifici e reso impraticabili le strade. La situazione d’emergenza, unitamente all’impossibilità di accedere a molti dei servizi pubblici, strade e trasporti in primis, ha obbligato molte delle aziende operanti sull’isola ad interrompere le attività. Tra queste anche Honda, Toyota e Bridgestone. La Casa di Hamamatsu ha infatti deciso di sospendere la produzione nel suo impianto di Ozu, a Kumamoto: "Ci vorrà del tempo prima che la produzione possa essere ripresa al 100%” ha spiegato un funzionario dell’azienda. Nella Prefettura di Fukuoka, anche tre stabilimenti produttivi Toyota che, come Honda, s’è vista costretta a interrompere le attività: già venerdì, due stabilimenti dei tre totali avevano ripreso le operazioni, nuovamente interrotti dal secondo sisma di sabato. Stessa cosa per Bridgestone che, operante sull’isola con uno stabilimento a Kumamoto, ha sospeso la produzione. Tuttavia, nella giornata di martedì 19 aprile l’aeroporto di Kumamoto - gravemente danneggiato dall’ultima scossa di sabato - è stato riaperto, permettendo così la ripresa del traffico commerciale.
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