Suzuki Feel Free Go! Concept a Tokio una bici a motore
Al Tokio Motor Show Suzuki ha presentato un concept a metà strada tra una moto e una bicicletta. Un mezzo essenziale che riprende il nome di uno dei primi modelli prodotti dalla casa giapponese, contenuti e soluzioni tecniche però sono attuali
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Un'idea che viene dal passato
La storia della moto è iniziata in questo modo: una bicicletta, un piccolo motore montato dove dava meno fastidio ed ecco un mezzo di trasporto economico e “veloce”. Tante grandi case hanno iniziato così, tra queste anche Suzuki, che debuttò nel 1952 con la Power Free, una bicicletta con un motore a due tempi da 36cm3.
Un nome e un concetto che la casa giapponese ha deciso di rispolverare al salone di Tokyo, per un prototipo con aspetto e contenuti tecnici molto simili a quelli di una bicicletta (forcella non ammortizzata, manubrio da mountain bike, sella singola...), accoppiata però a un motore quattro tempi da 49 cm3 con cambio manuale a 4 marce azionabili agendo sulla manopola di sinistra. Soluzioni moderne invece per l’impianto frenante a doppio freno a disco, sospensione posteriore (con schema ad ammortizzatore singolo infulcrato direttamente sul forcellone) e trasmissione (a cinghia). Al posto del cruscotto c'è invece un supporto per smartphone, proprio il telefonino permette di visualizzare quello che accade alle spalle del pilota, collegandosi alla videocamera montata nella zona posteriore. Difficile dire se questo modello arriverà mai in commercio, la sensazione però è che sia un prototipo sviluppato solo per i saloni.
La storia della moto è iniziata in questo modo: una bicicletta, un piccolo motore montato dove dava meno fastidio ed ecco un mezzo di trasporto economico e “veloce”. Tante grandi case hanno iniziato così, tra queste anche Suzuki, che debuttò nel 1952 con la Power Free, una bicicletta con un motore a due tempi da 36cm3.
Un nome e un concetto che la casa giapponese ha deciso di rispolverare al salone di Tokyo, per un prototipo con aspetto e contenuti tecnici molto simili a quelli di una bicicletta (forcella non ammortizzata, manubrio da mountain bike, sella singola...), accoppiata però a un motore quattro tempi da 49 cm3 con cambio manuale a 4 marce azionabili agendo sulla manopola di sinistra. Soluzioni moderne invece per l’impianto frenante a doppio freno a disco, sospensione posteriore (con schema ad ammortizzatore singolo infulcrato direttamente sul forcellone) e trasmissione (a cinghia). Al posto del cruscotto c'è invece un supporto per smartphone, proprio il telefonino permette di visualizzare quello che accade alle spalle del pilota, collegandosi alla videocamera montata nella zona posteriore. Difficile dire se questo modello arriverà mai in commercio, la sensazione però è che sia un prototipo sviluppato solo per i saloni.
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