Dieselgate, anche Audi sotto accusa
Costretta a pagare oltre 14 miliardi di dollari di risarcimento per il Dieselgate, Volkswagen si trova oggi alle prese con una nuova inchiesta. Le accuse riguardano un componente montato sui veicoli prodotti da Audi capace, ancora una volta, di taroccare le emissioni
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Audi emissioni taroccate
Si apre un nuovo fronte del Dieselgate che ha coinvolto il gruppo tedesco, questa volta finisce sulla graticola Audi: le accuse, confermate da VW, riguarderebbero il software del cambio automatico dei modelli con il motore V6 3.0 benzina, considerato capace di “taroccare” la quantità di diossido di carbonio prodotta dal propulsore.
Attualmente VW sta negoziando con l’Agenzia Ambientale e con il Dipartimento alla giustizia USA per chiudere il contenzioso aperto l'anno scorso, dopo l’ammissione da parte dello gruppo tedesco di aver installato centraline capaci di abbassare il livello delle emissioni quando i veicoli erano sottoposti a omologazione, per poi rialzarle oltre i limiti consentiti nell'uso normale. Volkswagen ha raggiunto un accordo giudiziale che prevede il pagamento di 14,7 miliardi di risarcimenti ai consumatori, ma ora lo scandalo rischia di allargarsi anche all’altro marchio di proprietà del gruppo. La componente “incriminata” è un cambio automatico - il “dynamic shifting program” - attualmente montato su modelli molto diffusi, anche in Europa, come A6, l’A8 e il suv Q5. Se da una parte Volkswagen ha detto di non ritenere che il suo cambio automatico possa violare le leggi europee, la situazione è meno chiara negli USA, dove un gruppo di consumatori, guidato dall’avvocato Steve Berman, sta già valutando la possibilità di promuovere una nuova class action. La situazione è molto seria, perché, vigendo negli States il principio del precedente giudiziario vincolante, le sanzioni comminate ad Audi potrebbero essere molto simili a quelle decise per VW. La preoccupazione, ovviamente, si allarga in automatico aell’altro gruppo di proprietà di Audi, Ducati. Se scattassero simili sanzioni, anche la Casa di Borgo Panigale potrebbe risentirne parecchio.
Attualmente VW sta negoziando con l’Agenzia Ambientale e con il Dipartimento alla giustizia USA per chiudere il contenzioso aperto l'anno scorso, dopo l’ammissione da parte dello gruppo tedesco di aver installato centraline capaci di abbassare il livello delle emissioni quando i veicoli erano sottoposti a omologazione, per poi rialzarle oltre i limiti consentiti nell'uso normale. Volkswagen ha raggiunto un accordo giudiziale che prevede il pagamento di 14,7 miliardi di risarcimenti ai consumatori, ma ora lo scandalo rischia di allargarsi anche all’altro marchio di proprietà del gruppo. La componente “incriminata” è un cambio automatico - il “dynamic shifting program” - attualmente montato su modelli molto diffusi, anche in Europa, come A6, l’A8 e il suv Q5. Se da una parte Volkswagen ha detto di non ritenere che il suo cambio automatico possa violare le leggi europee, la situazione è meno chiara negli USA, dove un gruppo di consumatori, guidato dall’avvocato Steve Berman, sta già valutando la possibilità di promuovere una nuova class action. La situazione è molto seria, perché, vigendo negli States il principio del precedente giudiziario vincolante, le sanzioni comminate ad Audi potrebbero essere molto simili a quelle decise per VW. La preoccupazione, ovviamente, si allarga in automatico aell’altro gruppo di proprietà di Audi, Ducati. Se scattassero simili sanzioni, anche la Casa di Borgo Panigale potrebbe risentirne parecchio.
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