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MV Agusta, divorzio in vista da Mercedes AMG

Ad annunciarlo è stato il presidente Giovanni Castiglioni che a un quotidiano ha comunicato l’intenzione di riprendersi le quote dalla Casa tedesca. Sul tavolo c’è il debito di 50 milioni di euro con i fornitori e l’allungamento dei tempi d’incasso dovuti alla crescita aziendale
Terzo divorzio per MV Agusta
Sembrava doversi ripetere il successo del matrimonio tra Ducati e Audi, anche se con modalità diverse. E, invece, MV Agusta ha deciso di chiudere la porta anche a Mercedes AMG, dopo aver divorziato negli anni passati con la malese Proton e con Harley-Davidson. “Stiamo negoziando un riacquisto delle quote”, dichiara alla redazione varesina del quotidiano Il Giorno Giovanni Castiglioni, presidente dell’azienda di Schiranna. Mercedes AMG aveva acquisito il 25% della società di Castiglioni, ma dopo la mancata realizzazione del piano di ricapitalizzazione da 30 milioni di euro che avrebbe dovuto assecondare la crescita di MV Agusta, il divorzio appare la sola via d’uscita. Il nodo è nel debito di 50 milioni di euro che MV Agusta ha con i fornitori, benchè fatturato e vendite siano in crescita; per questo debito Castiglioni ha chiesto il concordato, oltre alla cassa integrazione per gran parte dei circa 200 operai. A questo punto urge una ristrutturazione aziendale. A partire dagli investimenti in ricerca e sviluppo: dai 15 milioni di euro l’anno (necessari per passare dai 3 modelli del 2011 agli attuali 21) si passerà a 7 milioni. Cali sono previsti anche per il reparto corse (l'impegno dovrà scendere da 4 milioni di euro l’anno a 600mila,  attraverso il ricorso a un team esterno) e per la produzione: si passerà dalle attuali 9mila unità a 6mila, per poi risalire e attestarsi tra le 7 e le 8mila l’anno. “Ci interessa la qualità delle vendite, incassare subito i soldi per avere liquidità. Vogliamo tornare a essere la Ferrari delle moto”, dichiara Castiglioni. Che aggiunge: “Purtroppo Mercedes non si è rivelato un partner strategico come pensavo; mi sto impegnando per portare in azienda nuovi investitori. Nel frattempo stiamo portando avanti un piano che permetta di generare cassa per poi ristrutturare il debito, perché di qui sono passati prima gli asiatici e gli americani e ora i tedeschi, ma chi resta sempre e negli anni ha investito 120 milioni di euro in MV Agusta è la famiglia Castiglioni”.
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lallicus
Mer, 06/22/2016 - 09:51
Anche DUCATI ha visto grossi momenti di crisi e se non era per la MULTI STRADA, addio DUCATI. La storia insegna che senza dei "sogni" e delle volontà di ferro non si va avanti, specialmente in questo mondo. Ora, MV ha consolidato un idea, stile italico, progetti stilistici che la differenziano dalle altre ma secondo me ci vuole altro. Innanzi tutto l'idea che MV sia un azienda affidabile, cosa che evidentemente non gli riesce. Secondo, si posiziona su segmenti di forte concorrenza con livelli di prezzo fuori target. Deve secondo me allinearsi meglio al mercato e in un secondo momento puntare alla clientela facoltosa. BMW ha da se un BRAND che non ha bisogno di molte presentazioni, ma il fatto che abbia il GS in vetta alle classifiche non significa solo BRAND ma anche sostanza. Non credo che MV nella sua impresa di dimensioni familiari possa minimamente avere gli strumenti per stare sul mercato, non con questi modelli ne tantomeno con queste premesse. La ricetta ovviamente è fare un lavoro che riduca il numero di modelli, concentri le risorse nella ricerca e porti avanti una politica dei piccoli passi, perché perdere troppi partner finanziari ed industriali non è un bel segnale.