Multe autovelox Milano, anche il Viminale dà ragione ai cittadini
Il Comune di Milano sta per essere sommerso da migliaia di ricorsi, a rischio le multe fatte con autovelox negli ultimi mesi per un problema sui tempi di notifica. Ora è intervenuto il Ministero dell'Interno dando ragione ai cittadini che hanno impugnato i verbali, ecco cosa ha stabilito
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Politica e trasporti
Il Viminale ribadisce i "90 giorni"
A Milano migliaia di multe rilevate con autovelox sono a rischio per un vizio sui tempi di notifica: la legge prevede che le multe rilevate con sistemi automatici devono essere notifica entro 90 giorni, ma ci sono diverse interpretazioni sul momento in cui deve partire il conteggio di questo termine. Sulla questione ora è intervenuto direttamente il Ministero dell'Interno, con una lettera in risposta a una richiesta di chiarimenti inviata dalla Prefettura di Milano. Il Ministero ha confermato l'interpretazione dei tanti cittadini che hanno fatto ricorso: i 90 giorni vanno conteggiati a partire dal momento in cui è stata rilevata l'infrazione e non, come fa il Comune, dal momento in cui gli addetti alla verbalizzazione visionano gli scatti degli autovelox (in questo modo ai cittadini arrivano multe rilevate anche 5 mesi prima...). La nota del Viminale recita: “Si riscontra la nota di codesta Prefettura con la quale è stata evidenziata la prassi, adottata dal Comune di Milano, di far decorrere i novanta giorni - termine per la contestazione degli illeciti rilevati tramite sistema remoto - non dalla data di commissione degli stessi, bensì da quella in cui gli operatori visionano i fotogrammi e associano i dati della targa a quelli del proprietario del veicolo (e obbligato in solido). Al riguardo, ferma restando la competenza esclusiva dell’Organo territoriale in merito alla decisione dei ricorsi, si rappresenta che le perplessità manifestate da codesto Ufficio appaiono condivisibili. Infatti, già a far tempo dalla sentenza n.198 del 10 giugno 1996, depositata il successivo 17 giugno, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del 1° comma dell’articolo 201 del codice della strada, nella formulazione all’epoca vigente, nella parte in cui non fa decorrere il termine per la notificazione 'comunque dalla data in cui la pubblica amministrazione è posta in grado di provvedere alla loro (dei trasgressori o degli obbligati in solido) identificazione'. Appare pertanto indubbio che le ragioni che possono legittimare gli enti cui appartengono gli organi accertatori a superare tali limiti non possono che dipendere da fattori esterni e non da prassi organizzative interne.” Il Comune non ci sta e controbatte alla nota adducendo come causa esterna il numero elevato di multe da controllare, gli aumento dei verbali sono così quantificati: “Nel 2013 erano state accertate 7.695 violazioni ai limiti di velocità. In metà tempo, sei mesi, dal 10 marzo al 14 settembre, nelle 7 strade con autovelox, le violazioni sono state 740.095, ovvero 100 volte in più.” Un numero troppo alto che ha mandato in tilt la struttura dedicata alle verbalizzazioni, ma il Comune sottolinea che in ogni caso i tempi si stanno riducendo progressivamente.
A Milano migliaia di multe rilevate con autovelox sono a rischio per un vizio sui tempi di notifica: la legge prevede che le multe rilevate con sistemi automatici devono essere notifica entro 90 giorni, ma ci sono diverse interpretazioni sul momento in cui deve partire il conteggio di questo termine. Sulla questione ora è intervenuto direttamente il Ministero dell'Interno, con una lettera in risposta a una richiesta di chiarimenti inviata dalla Prefettura di Milano. Il Ministero ha confermato l'interpretazione dei tanti cittadini che hanno fatto ricorso: i 90 giorni vanno conteggiati a partire dal momento in cui è stata rilevata l'infrazione e non, come fa il Comune, dal momento in cui gli addetti alla verbalizzazione visionano gli scatti degli autovelox (in questo modo ai cittadini arrivano multe rilevate anche 5 mesi prima...). La nota del Viminale recita: “Si riscontra la nota di codesta Prefettura con la quale è stata evidenziata la prassi, adottata dal Comune di Milano, di far decorrere i novanta giorni - termine per la contestazione degli illeciti rilevati tramite sistema remoto - non dalla data di commissione degli stessi, bensì da quella in cui gli operatori visionano i fotogrammi e associano i dati della targa a quelli del proprietario del veicolo (e obbligato in solido). Al riguardo, ferma restando la competenza esclusiva dell’Organo territoriale in merito alla decisione dei ricorsi, si rappresenta che le perplessità manifestate da codesto Ufficio appaiono condivisibili. Infatti, già a far tempo dalla sentenza n.198 del 10 giugno 1996, depositata il successivo 17 giugno, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del 1° comma dell’articolo 201 del codice della strada, nella formulazione all’epoca vigente, nella parte in cui non fa decorrere il termine per la notificazione 'comunque dalla data in cui la pubblica amministrazione è posta in grado di provvedere alla loro (dei trasgressori o degli obbligati in solido) identificazione'. Appare pertanto indubbio che le ragioni che possono legittimare gli enti cui appartengono gli organi accertatori a superare tali limiti non possono che dipendere da fattori esterni e non da prassi organizzative interne.” Il Comune non ci sta e controbatte alla nota adducendo come causa esterna il numero elevato di multe da controllare, gli aumento dei verbali sono così quantificati: “Nel 2013 erano state accertate 7.695 violazioni ai limiti di velocità. In metà tempo, sei mesi, dal 10 marzo al 14 settembre, nelle 7 strade con autovelox, le violazioni sono state 740.095, ovvero 100 volte in più.” Un numero troppo alto che ha mandato in tilt la struttura dedicata alle verbalizzazioni, ma il Comune sottolinea che in ogni caso i tempi si stanno riducendo progressivamente.
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