Koehler-Escoffier 350 by Heroes Motorcycles, il restauro della moto da calcio
Delle motociclette, un campo da calcio e otto giocatori che inseguono un pallone a tutto gas. Ecco il moto-ball, sport che ha avuto una certa diffusione negli anni Trenta e Quaranta e questa è una delle moto più gettonate dai giocatori dell'epoca riportata alle origini dai ragazzi di Heroes Motorcycles
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Fuoriserie
Una calciatrice d'altri tempi
Oggi le tabelle portanumero sulle motociclette ci parlano solo di corse su strada (e furistrada), ma non è sempre stato così: c’è stato un tempo in cui i numeri su telai e serbatoi servivano anche ad identificare i giocatori di una squadra di... calcio. Il gioco si chiamava “moto-ball” ed era praticato specialmente in Russia e Francia negli anni Trenta e Quaranta.
Le regole erano molto simili a quelle dell’attuale gioco del calcio, tanto che le partite si disputavano sugli stessi campi. Quattro periodi di gioco, quattro giocatori più il portiere per ogni squadra e un pallone di un chilo completavano il quadro.
I cavalli a motore erano semplici motociclette adattate allo scopo, avevano cioè un propulsore modificato per avere più spunto e accelerazione, visto il dinamismo dell’azione. Il fenomeno diventò così interessante che parecchi produttori di moto dell’epoca progettarono delle unità specifiche per quello sport, nomi mitici ormai persi nel tempo come Terrot, Monet-Goyon e persino i britannici della Villiers. Tra le case una delle più celebri e vincenti fu la Koehler-Escoffier, che produsse mezzi campioni dal 1933 al 1938. Questo esemplare del 1936 è stato oggetto di un restauro, ad opera degli specialisti di Los Angeles Heroes Motorcycles.
La filosofia di questo brand americano è quella di restituire al presente dei tesori passati; il fondatore Serge Bueno, designer francese, gira per il mondo alla ricerca di pezzi unici come questo, per riportarli alle condizioni originali.
Questa moto è spinta da un monocilindrico a quattro tempi di 350 centimetri cubi di cilindrata, la massima tollerata dal regolamento del "moto-ball", in grado di sviluppare 9 “poderosi” cavalli che però, grazie ai soli 90 chilogrammi di peso, riuscivano a spingere la pestifera francesina fino a 80 km/h. Il lavoro di restauro è talmente ben fatto da renderla attuale, ripensando a certe special costruite su basi moderne. Bellissime le leve con cerniere alle estremità, le ruote "grasse" e il piccolo serbatoio, unica parte non originale della moto. Come si può notare il telaio è rigido al posteriore,lasciando alle sole molle della sella un minimo di comfort per il giocatore. Davanti la bella forcella a parallelogramma racconta dell’epoca da cui proviene questa Koehler-Escoffiet, quando le moto erano un mezzo versatile che non serviva solo per viaggiare ma anche inventarsi uno sport lontano dalle piste.
Oggi le tabelle portanumero sulle motociclette ci parlano solo di corse su strada (e furistrada), ma non è sempre stato così: c’è stato un tempo in cui i numeri su telai e serbatoi servivano anche ad identificare i giocatori di una squadra di... calcio. Il gioco si chiamava “moto-ball” ed era praticato specialmente in Russia e Francia negli anni Trenta e Quaranta.
Le regole erano molto simili a quelle dell’attuale gioco del calcio, tanto che le partite si disputavano sugli stessi campi. Quattro periodi di gioco, quattro giocatori più il portiere per ogni squadra e un pallone di un chilo completavano il quadro.
I cavalli a motore erano semplici motociclette adattate allo scopo, avevano cioè un propulsore modificato per avere più spunto e accelerazione, visto il dinamismo dell’azione. Il fenomeno diventò così interessante che parecchi produttori di moto dell’epoca progettarono delle unità specifiche per quello sport, nomi mitici ormai persi nel tempo come Terrot, Monet-Goyon e persino i britannici della Villiers. Tra le case una delle più celebri e vincenti fu la Koehler-Escoffier, che produsse mezzi campioni dal 1933 al 1938. Questo esemplare del 1936 è stato oggetto di un restauro, ad opera degli specialisti di Los Angeles Heroes Motorcycles.
La filosofia di questo brand americano è quella di restituire al presente dei tesori passati; il fondatore Serge Bueno, designer francese, gira per il mondo alla ricerca di pezzi unici come questo, per riportarli alle condizioni originali.
Questa moto è spinta da un monocilindrico a quattro tempi di 350 centimetri cubi di cilindrata, la massima tollerata dal regolamento del "moto-ball", in grado di sviluppare 9 “poderosi” cavalli che però, grazie ai soli 90 chilogrammi di peso, riuscivano a spingere la pestifera francesina fino a 80 km/h. Il lavoro di restauro è talmente ben fatto da renderla attuale, ripensando a certe special costruite su basi moderne. Bellissime le leve con cerniere alle estremità, le ruote "grasse" e il piccolo serbatoio, unica parte non originale della moto. Come si può notare il telaio è rigido al posteriore,lasciando alle sole molle della sella un minimo di comfort per il giocatore. Davanti la bella forcella a parallelogramma racconta dell’epoca da cui proviene questa Koehler-Escoffiet, quando le moto erano un mezzo versatile che non serviva solo per viaggiare ma anche inventarsi uno sport lontano dalle piste.
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