Amianto, pene severe per gli 11 ex manager Pirelli
Il Tribunale di Milano ha emesso la sentenza di primo grado per il processo Pirelli: quanto chiesto dall’accusa, secondo la quale gli operai deceduti avrebbero lavorato all’interno degli stabilimenti milanesi senza alcun sistema di protezione, ed esposti quindi a fibre di amianto, è stato ampiamente accolto dai magistrati, che hanno condannato gli 11 manager a pene comprese tra i 3 e i 7 anni
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Condannati gli 11 ex manager della Bicocca
Gli undici ex dirigenti Pirelli accusati di omicidio colposo in relazione a 24 casi di operai morti per forme tumorali provocate dall'esposizione all’amianto sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Milano a pene comprese fra i 3 anni e i 7 anni e 8 mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale complessiva di 520 mila mila euro per le parti civili e i risarcimenti ai familiari delle vittime.
Il pm Maurizio Ascione, imputando la morte degli operai che lavoravano negli stabilimenti milanesi di Pirelli tra gli anni Settanta e Ottanta alla presenza di fibre di amianto nelle due fabbriche di viale Sarca e di via Ripamonti, chiedeva pene fino a 8 anni per otto ex dirigenti. Il giudice si è tuttavia spinto oltre rispetto alla richiesta dell’accusa, condannando tutti e undici gli imputati: per alcuni di essi, Raffaele Martorelli, giudice della sesta sezione penale del Tribunale di Milano, ha infatti disposto anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
"Abbiamo dimostrato che uniti si vince - hanno spiegato i Membri di Medicina Democratica e dell'Associazione italiana esposti amianto, parti civili nel processo - questa volta siamo riusciti a far condannare il padrone". Di tutt’altro avviso, ovviamente, i legali della Bicocca: "Prendiamo atto con rammarico della sentenza di primo grado e aspettiamo di leggere le motivazioni non appena saranno depositate. Sulla base delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili emerse nel corso della fase dibattimentale del processo, siamo certi della correttezza dell'operato dei nostri assistiti per i fatti contestati risalenti a oltre 25 anni anni fa, e presenteremo impugnazione in appello”.
Quanto appena descritto è tuttavia solo uno dei numerosi processi che negli ultimi mesi si sono svolti per simili ragioni: solo nelle scorse settimane infatti, a Milano si sono svolti altri processi con al centro morti di operai provocate dall'esposizione all'amianto, che avevano coinvolto ex dirigenti della centrale Enel di Turbigo e della Franco Tosi di Legnano, conclusi con l'assoluzione di tutti gli imputati.
Gli undici ex dirigenti Pirelli accusati di omicidio colposo in relazione a 24 casi di operai morti per forme tumorali provocate dall'esposizione all’amianto sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Milano a pene comprese fra i 3 anni e i 7 anni e 8 mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale complessiva di 520 mila mila euro per le parti civili e i risarcimenti ai familiari delle vittime.
Il pm Maurizio Ascione, imputando la morte degli operai che lavoravano negli stabilimenti milanesi di Pirelli tra gli anni Settanta e Ottanta alla presenza di fibre di amianto nelle due fabbriche di viale Sarca e di via Ripamonti, chiedeva pene fino a 8 anni per otto ex dirigenti. Il giudice si è tuttavia spinto oltre rispetto alla richiesta dell’accusa, condannando tutti e undici gli imputati: per alcuni di essi, Raffaele Martorelli, giudice della sesta sezione penale del Tribunale di Milano, ha infatti disposto anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
"Abbiamo dimostrato che uniti si vince - hanno spiegato i Membri di Medicina Democratica e dell'Associazione italiana esposti amianto, parti civili nel processo - questa volta siamo riusciti a far condannare il padrone". Di tutt’altro avviso, ovviamente, i legali della Bicocca: "Prendiamo atto con rammarico della sentenza di primo grado e aspettiamo di leggere le motivazioni non appena saranno depositate. Sulla base delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili emerse nel corso della fase dibattimentale del processo, siamo certi della correttezza dell'operato dei nostri assistiti per i fatti contestati risalenti a oltre 25 anni anni fa, e presenteremo impugnazione in appello”.
Quanto appena descritto è tuttavia solo uno dei numerosi processi che negli ultimi mesi si sono svolti per simili ragioni: solo nelle scorse settimane infatti, a Milano si sono svolti altri processi con al centro morti di operai provocate dall'esposizione all'amianto, che avevano coinvolto ex dirigenti della centrale Enel di Turbigo e della Franco Tosi di Legnano, conclusi con l'assoluzione di tutti gli imputati.
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