MotoGP 2016, Stoner: “L'elettronica sta portando i piloti ad avere uno stile sempre uguale”
MotoGP news – Casey Stoner non è mai stato molto a favore dell'elettronica e anche oggi, che è tornato in sella alla Ducati Desmosedici GP, pensa che abbia decisamente troppa importanza. L'australiano ha raccontato come sono cambiate le cose in pista e come mail i tempi sul giro veloce sono tutti molto simili
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Polemica
Casey Stoner ha abbandonato il paddock della MotoGP al termine del 2012, ma il suo addio non è mai stato definitivo. Dopo essersi riposato a dovere con famiglia e amici ha iniziato a fare il collaudatore, prima con Honda HRC, l'ultima casa con cui aveva corso, e poi con Ducati, il suo “primo amore” con cui aveva vinto il titolo nel 2007. L'australiano si è ritirato perché non gli piacevano più vari aspetti del suo lavoro, e tra questi c'era la tanta elettronica che avevano le moto. Proprio su questa è tornato a puntare il dito e intervistato da Motorcycle News ha dichiarato: “L'elettronica aiuta troppo quei piloti che non riescono a controllare la parte posteriore della moto, ma anche quelli che invece possono farlo. L'elettronica è il motivo per cui si vedono tempi sul giro così vicini in MotoGP. Tutti i piloti devono frenare tardi, far sì che la moto giri e poi accelerare e lasciare che l'elettronica faccia il resto. Quindi, in una gara, dove non puoi frenare così tardi ad ogni giro e farlo bene, è dove si vede che c'è tanta differenza tra i vari pacchetti”. Infine il due volte campione del mondo ha difeso i piloti che hanno uno stile più fino: “I piloti erano abituati a mettere a punto le moto in maniere molto diverse e così lo stile di ognuno brillava, mentre ora ci si avvia ad uno stile generico. Nessuno può fare la differenza all'uscita di una curva. Tutti danno gas nello stesso punto della curva, e i rischi che prendono sono in frenata. Tutto dipende da chi frena più tardi”.
Casey Stoner ha abbandonato il paddock della MotoGP al termine del 2012, ma il suo addio non è mai stato definitivo. Dopo essersi riposato a dovere con famiglia e amici ha iniziato a fare il collaudatore, prima con Honda HRC, l'ultima casa con cui aveva corso, e poi con Ducati, il suo “primo amore” con cui aveva vinto il titolo nel 2007. L'australiano si è ritirato perché non gli piacevano più vari aspetti del suo lavoro, e tra questi c'era la tanta elettronica che avevano le moto. Proprio su questa è tornato a puntare il dito e intervistato da Motorcycle News ha dichiarato: “L'elettronica aiuta troppo quei piloti che non riescono a controllare la parte posteriore della moto, ma anche quelli che invece possono farlo. L'elettronica è il motivo per cui si vedono tempi sul giro così vicini in MotoGP. Tutti i piloti devono frenare tardi, far sì che la moto giri e poi accelerare e lasciare che l'elettronica faccia il resto. Quindi, in una gara, dove non puoi frenare così tardi ad ogni giro e farlo bene, è dove si vede che c'è tanta differenza tra i vari pacchetti”. Infine il due volte campione del mondo ha difeso i piloti che hanno uno stile più fino: “I piloti erano abituati a mettere a punto le moto in maniere molto diverse e così lo stile di ognuno brillava, mentre ora ci si avvia ad uno stile generico. Nessuno può fare la differenza all'uscita di una curva. Tutti danno gas nello stesso punto della curva, e i rischi che prendono sono in frenata. Tutto dipende da chi frena più tardi”.
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